Fortini · Lettera n. 935
- Mittente
- Fortini, Franco
- Destinatario
- Giudici, Giovanni
- Data
- 28 maggio 1980
- Luogo di partenza
- Milano
- Luogo di arrivo
- [Milano]
- Lingua
- italiano, inglese
- Incipit
- Caro Giovanni, rileggo su “Sul Porto” il tuo Da un banco. Posso darti un consiglio?
- Explicit
- Sta a te, non al lettore, scegliere… tuo | Franco Fortini
- Regesto
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Fortini rilegge Da un banco in fondo alla classe di Giudici in «Sul porto» [cfr. Fortini a Giudici, 18 ottobre 1978, n. 885].
«Contro il paleocomunista» potrebbe far credere che i «sorridenti padreterni» reputino Giudici tale, e che lui ironicamente lo accetti. Dovrebbe correggerlo, perché non è mai stato un paleocomunista, ma semmai un comunista moderno.
Inoltre, «Mia patria è il mondo intero» è troppo simile al ritornello di un canto anarchico, poco conciliabile con il comunismo.
Il senso della la parola «decenza» è ambiguo, in un punto del poemetto che vibra di sdegno ed enfasi: dovrebbe riflettere l'ideale piccolo-borghese del personaggio, oppure riproporre un luogo etico-letterario richiamando la traduzione di «decency» (Montale)? Giudici, non il lettore, deve scegliere.
- Testimoni
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Milano, Centro Archivi della Parola, dell'Immagine e della Comunicazione Editoriale, Giovanni Giudici, Serie «Corrispondenza», fascicolo «FORTINI FRANCO»
Originale, dattiloscritto.Fogli sciolti, mm 210 x 146, 1.Lettera firmata, firma autografa, segni di piegatura, correzioni.
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Milano, Centro Archivi della Parola, dell'Immagine e della Comunicazione Editoriale, Giovanni Giudici, Serie «Corrispondenza», fascicolo «FORTINI FRANCO»
- Edizioni
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- Fortini, Giudici 2019, lettera n. 46, 146
Caro Giovanni, rileggo su "Sul Porto" il tuo Da un banco. Posso darti un consiglio? Contro il paleocomunista potrebbe far credere che i sorridenti padreterni ti credano tale e che tu accetti ironicamente quella qualifica. Non la meriti davvero, non sei mai stato un paleocomunista ma semmai un comunista moderno. Dovresti correggere. A fortiori, eviterei quel Mia patria è il mondo intero, quasi alla lettera ritornello di un canto anarchico, poco conciliabile col comunismo, paleo o neo. E mio ideale è la decenza? Ma non è vero! Lo dico a tuo onore. Capisco che sia un ideale per il personaggio dell'ultimo banco ecc. ma non puoi non sapere che la parola è diventata un luogo etico-letterario, mala traduzione di decency, con Montale. Ora, in quel punto del poemetto, che vibra di sdegno e d'enfasi, è questo il senso che sembra darsi a decenza o quello piccolo-borghese del personaggio? Sta [a] te, non al lettore, scegliere… tuo
Franco Fortini
P. S. Il Varchi muore nel 1565 e il Tasso a Sant'Anna ci va quattordici anni dopo. Purtroppo neanche uno dei Cruscanti che lo tormentarono, né degli altri Trombadori e Pecchioli d'allora, mi risulta bisillabo di cognome. E anch'io sono trisillabo...
Il Luca Lenzini mi ha detto che deve rivedere e compilare quel suo scritto. Poi te lo manderà. È un giovane che merita.
Scheda di Elena Arnone | Ultima modifica: 30 maggio 2020
Permalink: https://epistulae.unil.ch/projects/fortini/letters/935