Fortini · Lettera n. 852
- Mittente
- Fortini, Franco
- Destinatario
- Giudici, Giovanni
- Data
- 29 maggio 1976
- Luogo di partenza
- Milano
- Luogo di arrivo
- [Milano]
- Note alla data
- Nota autografa: «Questa lettera ti viene spedita quasi un mese dopo essere stata scritta; la mia confusione si fa grave. È vero anche che sono stato assente da Milano per una quindicina di giorni. Scusami.».
- Lingua
- italiano
- Incipit
- Caro Giovanni, grazie del libro e della dedica: non ho dimenticato quegli anni e, qua e là rileggendo, li ho trovati in queste pagine.
- Explicit
- Tu concedi la contraddizione a tutti, io no.* Questo non mi impedisce di volerti bene. Voglimene anche tu e vivi meglio che puoi. tuo | Franco Fortini
- Regesto
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Fortini ha riconosciuto nel libro di Giudici i relativi anni [1959-1975], e il suo solito passo dinoccolato. Stima molto il suo lavoro, soprattutto poetico, ma fa fatica a parlargli (gli vengono in mente i versi d'epigramma «… giù, bambino | picci piccino») perché sa di essere fazioso e settario, e non concede agli altri l'agilità che nega a se stesso. Entrambi, comunque, sono coerenti, e nonostante tutto si vogliono bene. Le loro divergenze non sono politiche, ma ideologiche: Giudici concede la contraddizione a tutti, e Fortini no (non si tratta di giudizi morali ma solo psicologici).
- Testimoni
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Milano, Centro Archivi della Parola, dell'Immagine e della Comunicazione Editoriale, Giovanni Giudici, Serie «Corrispondenza», fascicolo «FORTINI FRANCO»
Originale, manoscritto autografo.Fogli sciolti, mm 204 x 149, 1.Lettera firmata, firma autografa, segni di piegatura.
Note: Carta filigranata e intestata «Fortini. 28, v. Legnano. 20121 Milano.».
Una nota a piè pagina e una lungo il mg sx del foglio.
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Milano, Centro Archivi della Parola, dell'Immagine e della Comunicazione Editoriale, Giovanni Giudici, Serie «Corrispondenza», fascicolo «FORTINI FRANCO»
- Edizioni
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- Fortini, Giudici 2019, lettera n. 40, 138
Caro Giovanni, grazie del libro e della dedica: non ho dimenticato quegli anni e, qua e là rileggendo, li ho trovati in queste pagine. Anzi mi pare che le più vecchie e le più recenti vadano bene d'accordo: il passo, un po' dinoccolato, è sempre il tuo.
Io vorrei tu fossi certo della considerazione molto grande che io faccio del tuo lavoro, soprattutto poetico. Se ti vedo poco e ho qualche difficoltà a parlarti; se posso, fra i denti, lasciarmi andare perfino a un epigramma (l'ultimo finiva: «… giù, bambino / picci piccino.») è perché sono fazioso e settario e non concedo agli altri volentieri quella agilità che nego a me stesso. Tu sei, a tuo modo, coerente; e anch'io. Le divergenze non sono politiche, sono ideologiche o di concezione del mondo. Tu concedi la contraddizione a tutti, io no.* Questo non mi impedisce di volerti bene. Voglimene anche tu e vivi meglio che puoi. tuo
*Non si tratta di giudizi morali ma solo psicologici.
Scheda di Elena Arnone | Ultima modifica: 18 maggio 2020
Permalink: https://epistulae.unil.ch/projects/fortini/letters/852