Ariosto · Lettera n. 82
- Mittente
- Ariosto, Ludovico
- Destinatario
- Benci, Bencio de'
- Data
- 18 maggio 1523
- Luogo di partenza
- Castelnuovo di Garfagnana
- Luogo di arrivo
- Barga
- Lingua
- italiano
- Incipit
- Bertholino Zanotto da Corfino, terra di questa ducale provintia, è venuto a me a dolersi
- Explicit
- Mi dice che in quella compagnia era un Lorenzo Bertacca, il qual fu quello che gli levò li buoi, da Barga
- Regesto
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A seguito di un tentato omicidio avvenuto nella terra lucchese di Barca, Ariosto si lamenta della scarso riguardo della giurisdizione fiorentina nei confronti dell'accordo sui banditi. Chiede dunque di prendere provvedimenti, per il bene dell'uomo ferito e depredato dei propri beni. Indica il nome dei colpevoli.
- Testimoni
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Firenze, Archivio di Stato di Firenze, Otto di Pratica, Responsive, filza 29, c. 265
Originale, manoscritto di altra mano.Missiva raccolta in filza.Lettera firmata, indirizzo presente, segni di piegatura, segno di sigillo.
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Firenze, Archivio di Stato di Firenze, Otto di Pratica, Responsive, filza 29, c. 265
- Edizioni
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- Milanesi 1863, lettera n. 4, 328
- Ariosto 1887, lettera n. 71, 126-128
- Ariosto 1965, lettera n. 82
- Ariosto 1984b, lettera n. 82
- Bibliografia
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- Stella 1963 = Angelo Stella, Per una nuova edizione delle Lettere di L. Ariosto (con lettere e manoscritti inediti), in «Giornale Storico della Letteratura italiana», vol. 140, fasc. 432, 1963, pp. 566-601
Magnifice tanquam frater honorande.
Bertholino Zanotto da Corfino, terra di questa ducale provintia, è venuto a me a dolersi che a questi giorni alla Barcha sul territorio di Signori Luchesi è stato assassinato da Paulaccio da Barga e da Donatello da Summacologna et altri compagni, tutti da Barga e da Summacologna; et oltra che gli deron molte ferite gli levarono una cavalla et un par de buoi et uno gabanno di valuta circa dui ducati, e trenta bolognini in denari; e se non erano dui di quelli compagni, di che l’uno si chiama Matheo Mazzoni da Barga e l’altro il Moro pure da Barga, l’havrebbono finito de amazzare: ma questi ne hebbeno pur piatoro e lo difessero de la vita.
E perché Vostra Magnificentia credo sappia per le gride che hinc inde si son fatte ch’è la intentione del mio Illustrissimo Signor e de la Excelsa Republica fiorentina che li subditi de l’uno e de l’altro dominio non vadano a danno né in l’uno né in l’altro territorio, ne ho voluto dare aviso a Vostra Magnificentia perché non solo mi dolgo che siano iti alla Barca (ché di quel che sia fatto fuore de la mia iuriditione non n’ho da pigliare cura, se non gli fusse lo interesse de li nostri subditi che non ponno ire da loco a loco che non tocchino de le terre de’ dominij confinanti), ma mi dolgo più che questi medesimi con questi et altri compagni subditi di Vostra Magnificentia vengono quasi ogni giorno nel territorio nostro, e fanoci assassinamenti e cose di pessima sorte
Pertanto pregho Vostra Magnificentia che prima al caso di questo povero homo et appresso a molti altri che sono per accadere ogni giorno voglia riparare, acciò che la unione fatta tra il mio e Vostri Signori paia esser fatta non solo in parole ma in effetto ancora; e sopra tutto pregho Vostra Magnificentia che faccia restituire, se gli è possibile, a questo Bertholino quanto ha perduto.
Mi dice che in quella compagnia era un Lorenzo Bertacca, il qual fu quello che gli levò li buoi, da Barga.
Et a Vostra Magnificentia mi raccommando.Castelnovi 18 Maij 1523.
Scheda di Chiara De Cesare | Ultima modifica: 27 giugno 2022
Permalink: https://epistulae.unil.ch/projects/ariosto/letters/82