Ariosto · Lettera n. 74
- Mittente
- Ariosto, Ludovico
- Destinatario
- Lucca, Anziani di
- Data
- 30 aprile 1523
- Luogo di partenza
- Castelnuovo di Garfagnana
- Luogo di arrivo
- Lucca
- Lingua
- italiano
- Incipit
- Havendomi a questi giorni Vostre Signorie domandato s'io havevo tanta auctorità dal mio Illustrissimo Signore
- Explicit
- che dal canto mio serò sempre apparechiato a riceverlo con quella reverentia che è mio debito
- Regesto
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Ariosto presenta un'autorizzazione di Alfonso a procedere contro i banditi e ripercorre i termini dell'accordo. Il documento dovrà prevedere che i banditi lucchesi non possano trovare rifugio nei territori estensi e viceversa, che i balestrieri delle due giurisdizioni si dedichino con il medesimo sforzo alla cattura dei banditi, qualunque sia la loro provenienza, che Ariosto abbia autorità sulla questione.
- Testimoni
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Lucca, Archivio di Stato di Lucca, ATL, 541, fascicolo 3, lettera n. 26, 586-587
Copia, manoscritto di altra mano.Manoscritto, mm 290 x 215, 1 foglio.Lettera firmata.
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Lucca, Archivio di Stato di Lucca, ATL, 541, fascicolo 3, lettera n. 26, 586-587
- Edizioni
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- Fondora 1862, lettera n. 26, 35-36
- Ariosto 1887, lettera n. 63, 112-114
- Ariosto 1965, lettera n. 74
- Ariosto 1984b, lettera n. 74
- Bibliografia
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- Stella 1963 = Angelo Stella, Per una nuova edizione delle Lettere di L. Ariosto (con lettere e manoscritti inediti), in «Giornale Storico della Letteratura italiana», vol. 140, fasc. 432, 1963, pp. 566-601
Quo banniti in utroque dominio, videlicet garfagnino et nostro, non sint tuti.
Magnifici ac potentes domini mihi observandissimi
havendomi a questi giorni Vostre Signorie domandato s’io havevo tanta auctorità dal mio Illustrissimo Signore, di potere transigere e compormi con epse, o sia con il Commissario che le sono per mandare qui, di quanto per più miei lettere io lo ho ricercati, io subito scripsi a Sua Excellentia, et quella mi ha mandato una patente della quale questa è la copia.
Alphonsus Dux Ferrarie Mutine et Regij
Marchio Estensis Comesque Radogij,
essendo li Magnifici et Excelsi Signori luchesi amici nostri honorandi, in quel medesimo volere et opinione che siamo noi, cioè che li banniti del teritorio di loro Signorie non habino refugio né porto alcuno in le terre et territorio nostro di Garfagnana, né li banditi et rebelli nostri similmente habbino ricapito nella iurisditione e territorio di epsi Signori luchesi, et volendo loro Signorie mandare uno Commissario con ampla auctorità a voi Commissario nostro in Garfagnana per concludere capituli et compositioni sopra questo, il che è per redundare a beneficio comune e quiete delli loro subditi et nostri, et per lor via molti scandali homicidi et delicti li quali più animosamente si commettono quando per li delinquenti, si sa dove si possano a salvamento riducere, Siamo contenti che tra il Magnifico Commissario de’ dicti Signori luchesi et voi, si faccino et fermino autenticamente capituli et compositioni per li quali si dechiari, che li banniti e rebelli, hinc inde, non habbino sicuro refugio et ricorso, li nostri nel dominio loro né quelli di epsi nel dominio nostro, et più che ugni volta, che voi volessi per li nostri balestrieri et barigello fare pigliare alcuno bandito et rebelle nostro fuggito, nel dominio di loro Signorie, il barigello loro sia ubligato, prestare ugni favore al nostro, et il nostro al loro per fare le capture che occorressi a farsi, aiutandosi mutuamente con tutto il sforzo et potere nostro et loro, et a concludere fermare et stringere, simili capituli et compositioni, col prefato Signore Commissario, quale epsi Signori luchesi manderanno per questa nostra patente lettera a voi Messer Lodovico Ariosto nostro Commissario in dicta provincia di Garfagnana, diamo et concedamo, ampla piena e valida Authorità, promettendo di havere rato, fermo et approbato tutto quello, che da voi sarà tractato concluso et stabilito, col prefato Magnifico Commissario delli prefati Signori luchesi, quale sono per mandare costì,
per questo buono et laudabile effecto, et in fede diciò, havemo facta questa nostra, et sigillata con il nostro consueto sigillo.
Data Ferrarie in palatio nostre residentie: Die 27 aprilis 1523
Vostre Signorie veghono quanto, sia la mente del mio Illustrissimo Signore, hora ponno a suo piacere mandare il suo Commissario che dal canto mio, serò sempre apparechiato, a riceverlo con quella reverentia, che è mio debito
in buona gratia dellequali mi rachomando,Castelnovi ultimo Aprilis 1523.
Scheda di Chiara De Cesare | Ultima modifica: 27 giugno 2022
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