Ariosto · Lettera n. 35
- Mittente
- Ariosto, Ludovico
- Destinatario
- Lucca, Anziani di
- Data
- [19 aprile 1522]
- Luogo di partenza
- Castelnuovo di Garfagnana
- Luogo di arrivo
- Lucca
- Note alla data
- Fondora non riporta la data, Stella la ricava dalla risposta degli Anziani. Cabani (2016) ritiene la lettera composta tra il 19 e il 20 aprile 1522.
- Lingua
- italiano
- Incipit
- Questo presente exhibitore del mio Commissariato mi fa intendere esserli stato rubbato uno suo mulo
- Explicit
- perché per quanto mi dice quello Ioanni sa sempre il tutto
- Regesto
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La lettera riguarda il furto di un mulo. Un uomo di nome Giovanni di Nicolò Giusti conosce il nome del ladro e Ariosto chiede che sia interrogato.
- Testimoni
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Lucca, Archivio di Stato di Lucca, ATL, 541, fascicolo 3, lettera n. 5, 507-508
Copia, manoscritto di altra mano.Manoscritto, mm 290 x 215, 2 fogli.Lettera firmata.
Note: Lettera non datata
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Lucca, Archivio di Stato di Lucca, ATL, 541, fascicolo 3, lettera n. 5, 507-508
- Edizioni
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- Fondora 1862, lettera n. 5, 25
- Cappelli 1867a, 45-46
- Ariosto 1887, lettera n. 27, 45-46
- Sforza 1926, 127-128n
- Ariosto 1965, lettera n. 35
- Ariosto 1984b, lettera n. 35
- Bibliografia
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- Stella 1963 = Angelo Stella, Per una nuova edizione delle Lettere di L. Ariosto (con lettere e manoscritti inediti), in «Giornale Storico della Letteratura italiana», vol. 140, fasc. 432, 1963, pp. 566-601
- Cabani 2016 = Maria Cristina Cabani, «Qui vanno gli assassini in sì gran schiera» Ariosto in Garfagnana, Lucca, Maria Pacini Fazzi editore, 2016, p. 37
- Nomi citati
Magnifici ac Potentes domini, mihi observandissimi,
questo presente exhibitore del mio Commissariato mi fa intendere, esserli stato rubbato uno suo mulo, da certi suoi vicini, et che havendo ricercato di ritrovare dicto suo mulo alli giorni passati, uno Giovanni di Nic‹ol›o Giusti da Pescaglia hebbe a dire che sapeva colui che lo haveva rubbato dicto mulo, et hora volendo il predicto exhibitore, intendere da dicto Ioanni, chi era stato quello, che glielo haveva rubbato, dicto Ioanni li ha negato, et non li vuole dire la verità.
Per tanto Vostre Signorie saranno contente commettere sia chiamato dicto Ianni, et examinato, quello lui sa di questo furto, acciò che il povero homo possi, trovare la via di rinvenire il malfactore et la sua robba, perché per quanto mi dice, quello Ioanni, sa il tutto.
Et a Vostre Signorie offerendomi, mi rachomando sempre.
Scheda di Chiara De Cesare | Ultima modifica: 26 giugno 2022
Permalink: https://epistulae.unil.ch/projects/ariosto/letters/35