Fortini · Lettera n. 769

Da anni Fortini pubblica quasi solo cose non letterarie (le ultime letterarie sono state una poesia e un articolo su «Paragone»). Se non scrive su «Nuovi Argomenti», non è perché crede al primato dell'ideologico/teorico/pratico sul letterario/poetico. Ha anzi tentato di difendere l'insostituibilità e la specificità del fare letterario contro rozze negazioni ed esaltazioni. Proprio per questo non ammette la separazione istituzionale, che non è affermata tanto dall'Almanacco in sé, quanto oggettivamente («tristo avverbio») dal contesto sociale, politico, giudiziario, d'opinione, giornalistico, ecc. Tale contesto «porta» o «sopporta» (anche nel senso di «to support») senza problemi pubblicazioni come l'Almanacco, che costituiscono un elemento, magari minimo, dell'insieme. La separazione non sta nel pubblicare versi o racconti, ma nel farlo in un reparto apposito; il che conferma l'idea (mostruosa) di una «civiltà delle lettere» che non sia, o non dica di voler essere, più gravemente, una «civiltà» [cfr. Forti a Fortini, 9 giugno 1972, n. 768].
Fortini ha appena affisso una sua poesia su una pubblica parete con dello scotch. Non che sia un gesto da imitare, non crede al samisdàt. Il testo faceva eccezione, e «une fois n'est pas coutume». Resta la resistenza di Fortini, da quasi quarant'anni, alla corporazione. Per questo Fortini ha chiesto a Vittorio [Sereni] di pubblicare presto nello "Specchio", invece che sull'Almanacco, le 25 poesie già in bozze più 25 o poco più nuove [Questo muro].

• Milano, Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, Marco Forti, Forti, 10/236, lettera n. 15
  Originale, dattiloscritto.
  Fogli sciolti, mm 296 x 210, 1.
  Lettera firmata, firma autografa, segni di piegatura, correzioni.

  Note: Correzioni dss e aut.

• Siena, Centro Studi Franco Fortini, Franco Fortini, Corrispondenza, scatola XXVI, cartella 87, Franco Fortini a Marco Forti, lettera n. 2
  Copia, dattiloscritto.
  Fogli sciolti, 1.
  Correzioni.

  Note: Correzioni dss.