Fortini · Lettera n. 730
- Mittente
- Fortini, Franco
- Destinatario
- Giudici, Giovanni
- Data
- 3 gennaio 1970
- Luogo di partenza
- Ameglia
- Luogo di arrivo
- [Milano]
- Note alla data
- Sia sull'originale spedito in APICE sia sulla copia in AFF, «70» aut. su «69».
- Lingua
- italiano
- Incipit
- Caro Giudici,| da un mese o più mi porto in tasca la tua ultima lettera.
- Explicit
- Per collaudare questa finzione mi firmo dunque ancora tuo affezionatissimo | Franco Fortini
- Regesto
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Fortini si porta in tasca l'ultima lettera di Giudici [30 novembre 1969, n. 729], combattuto tra il desiderio di esprimere il suo pensiero su certi suoi scritti e la vergogna di chi sa che non bisogna giudicare, se il giudizio rischia di pretendersi morale e non solo politico o letterario.
L'ultimo mese ha offerto occasioni di ripensare a chi si può ignorare, chi si deve conoscere, e chi non più e perché. Se Giudici dissente sulla valutazione di queste occasioni, consideri che si tratta solo della copiatura di indirizzi su una nuova agenda a fine d'anno. In effetti, il silenzio di Fortini potrebbe apparire evasivo o conciliante, e il suo dissenso da Giudici potrebbe anche limitarsi a qualche battuta sulla cattiva qualità della sua prosa giornalistica. Nel primo caso si riterrebbe disonesto, e nel secondo sciocco. Deve impegnarsi a mantenere la riservatezza sul distacco da una persona che gli era stata assai vicina. - Note
All'originale spedito conservato in APICE corrisponde in AFF una copia senza firma. Il primo differisce dalla seconda per l'aggiunta di alcune virgole.
- Testimoni
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Milano, Centro Archivi della Parola, dell'Immagine e della Comunicazione Editoriale, Giovanni Giudici, Serie «Corrispondenza», fascicolo «FORTINI FRANCO», lettera n. 21
Originale, dattiloscritto.Fogli sciolti, 1.Lettera firmata, firma autografa, segni di piegatura, correzioni.
Note: Carta intestata «Fortini, v. Legnano, 28. Milano. 635893.».
-
Siena, Centro Studi Franco Fortini, Franco Fortini, Corrispondenza, scatola XXVII, cartella 2, Franco Fortini a Giovanni Giudici, lettera n. 3
Originale, dattiloscritto.Fogli sciolti, 1.Correzioni.
Note: Carta intestata «Fortini, v. Legnano, 28. Milano. 635893.».
In alto, «copia» aut.
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Milano, Centro Archivi della Parola, dell'Immagine e della Comunicazione Editoriale, Giovanni Giudici, Serie «Corrispondenza», fascicolo «FORTINI FRANCO», lettera n. 21
- Edizioni
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- Fortini, Giudici 2019, lettera n. 31, 124-125
Caro Giudici,
da un mese o più mi porto in tasca la tua ultima lettera. Sono combattuto tra il desiderio di risponderti che cosa penso di te, ossia di certe cose che scrivi, e la vergogna di chi sa che non si deve giudicare, quando il giudizio rischi di pretendersi morale o non solo politico o letterario.
È un mese che ha qualche significato per tutti. Vi sono circostanze nelle quali è opportuno far memoria su chi si può ignorare, chi si deve conoscere, chi non più; e perché. Ma se dissenti sulla valutazione delle circostanze cui mi riferisco, considera che si tratti solo della copiatura di indirizzi in una nuova agenda, a fine d'anno.
E d'altra parte il mio silenzio potrebbe apparire evasivo o conciliante; e il mio dissenso – scelgo le parole – da quel che credo tu sia, o tu stia per divenire, potrebbe limitarsi a masticare qualche battuta, che so, sulla cattiva qualità della tua prosa giornalistica. Nel primo caso mi crederei disonesto; e, nel secondo, sciocco.
Nell'atto stesso in cui constato compiuto il distacco da una persona che in altri tempo mi è stata assai vicina, debbo insomma prendere con essa e con me, senza richiesta di reciproca, l'impegno di tacerne assolutamente con altri; o al più di fingere l'esistenza di normali rapporti di contiguità. Per collaudare questa finzione mi firmo dunque ancora tuo affezionatissimo
Scheda di Elena Arnone | Ultima modifica: 06 maggio 2020
Permalink: https://epistulae.unil.ch/projects/fortini/letters/730