Bembo · Lettera n. 441
- Mittente
- Bembo, Pietro
- Destinatario
- Gambara, Veronica
- Data
- 14 giugno 1523
- Luogo di partenza
- Padova
- Lingua
- volgare
- Incipit
- Niuna cosa poteva io veder più volentieri Ill. Signora sorella mia, a
- Explicit
- fo fine per non tenerla in più lunga lettura a suo sinistro. Di Padova. Alli XIIII di Giugno 1523.
- Testimoni
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Città del Vaticano, Archivio Apostolico Vaticano, Fondo Pio 55, lettera n. 3, 64r-65v
Copia, manoscritto di altra mano.Manoscritto.Lettera firmata, indirizzo presente.
Note: Probabilmente copia da originale, perché trascrive la soprascritta con l'indicazione "a tergo", inoltre tutte le altre lettere contenute nel medesimo ms. RVSp sono copie di originali
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Città del Vaticano, Archivio Apostolico Vaticano, Fondo Pio 55, lettera n. 3, 64r-65v
- Edizioni
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- Bembo 1987-1993, lettera n. 441, vol. II, p. 182-183
- Nomi citati
Niuna cosa poteva io veder più volentieri Ill. S.ra sorella mia a questo dì, che le humaniss(m)e l(ette)re di V.S. le quali ancora mi sono giunte tanto più care, quanto io meno le aspettava. Rendone dunque quelle maggiori gr(azi)e che io posso alla delicata mano, che le scrisse, et a quel cortese et gentile animo, che fe’ pensiero di scriverle, il quale con q(an)to amorevole off(ici)o most(r)a tener mem(ori)a di quel suo f(r)atello, che da molti anni in qua le è servo, et so(m)mame(n)te desidera [ou.re] di poterla rivedere con i canuti capelli poiché poco l’ha potuta vedere con li neri.
Né potrà far giamai quel tempo che V.S. dico portarsene se no(n) tutte le cose che io non l’ami, non la honori, non la vegga molto spesso, et cerchi come si può di lontano, mentre io sarò in memoria di me stesso: così si dee per me, così voglio, così mi sforzarebbono, se io non volessi, la virtù, la leggiadria del bello et illustre et dolcissimo animo di V.S. che così cortesemente si ricorda hora di me: il quale reverentemente è abbracciato hora anzi sempre dal mio.
Deh perché non m’è stato concesso il veder questi dì così ancora V.S. come ho veduta Madonna Violante vostra sorella, et il S.or protonotario mio fratello [Uberto Gambara]. Sarà quando che sia; se ’l mondo riposerà giamai, che piglierò un dì a far questa via infino al dolce Casino et così mi sodisfarò in parte.
In questo mezo non pregando V.S. che si ricorde del fratello, che veggo che ella il fa da sé; ma giungendo questo ultimo debito a tanti altri che io le ho, quanto più posso raccomandandomele fo fine per non tenerla in più lunga lettura a suo sinistro. Di Padova. Alli XIIII di Giugno MDXXIII
Scheda di Francesco Amendola | Ultima modifica: 28 settembre 2020
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