Bembo · Lettera n. 2580
- Mittente
- Bembo, Pietro
- Destinatario
- Pamphilio, Pietro
- Data
- 7 maggio 1535
- Luogo di partenza
- Padova
- Luogo di arrivo
- Pesaro
- Lingua
- volgare
- Incipit
- Carissimo M. Pietro mio Dio vi salvi. Questa vi fo solo acciò a buon tempo basciate
- Explicit
- è in Venetia. Attendete a star sano, et basciate la mano parimente alla Ill.ma S.ra Duchessa per me. Alli VII di Maggio MDXXXV di Padova.
- Testimoni
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Firenze, Archivio di Stato di Firenze, Ducato di Urbino I, 268, lettera n. 1, 25r-v, 35r-v
Originale, manoscritto di altra mano.Manoscritto, 2 cc..Lettera firmata, firma autografa, indirizzo presente, indirizzo su busta, segni di piegatura, segno di sigillo.
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Firenze, Archivio di Stato di Firenze, Ducato di Urbino I, 268, lettera n. 1, 25r-v, 35r-v
- Edizioni
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- Bembo 1987-1993, lettera n. 2580, vol. IV, p. 604
Cariss(im)o M. Pietro mio Dio vi salvi. Questa vi fo solo acciò a buon tempo basciate la mano allo Ill(ustrissimo) S(igno)r Duca a nome mio, et facciate intendere a S(ua) S(ignoria) ch(e) a Soave et a S. Bonifatio, luoghi del veronese vicini alla mia Badia di Villanova, sono alcuni soldati di S(ua) Ex(ellen)tia, i quali usano ogni dì molta arroga(n)tia in far danno alle cose della detta Badia. Et se i miei fattori o contadini li dicono amorevolmente che non molestino le dette mie cose, li vogliono ferire et amazzare con molto ingiuriose parole da far perdere ogni pacientia a ciascu(n) santo. Io ho ordinato che no(n) sia detto loro più cosa alcuna, et si lascino torre a guastare qua(n)to vogliono. Questo ho fatto a fine ch(e) i miei no(n) siano mal trattati et tagliati a pezzi da loro senza causa. Tali cose no(n) mi sono state fatte più dapoi ch(e) io ho q(ue)l luogo. Il che tanto più mi grava, q(uan)to mi viene dalli soldati di S(ua) Ex(ellen)tia, della quale io son servo molto prima di loro. Per q(ue)sto vorrei supplicaste a S(ua) Ex(ellen)tia che fosse contenta di concedermi una lettera aperta alli soi soldati, che in quelli luoghi dimorano, che abbiano riguardo alle terre et cose di q(ue)lla Badia, et non la molestino, né facciano ingiuria alli miei ministri con q(ue)l modo et forma che a S(ua) Ex(ellen)tia piacerà. Il che riceverò da lei in gran dono. Se q(ue)sta lettera impetrarete, mandatela rinchiusa in una v(ost)ra a me, drizzandola a l'orator di S(ua) S(ignoria) M(esser) Iacopo de Leonardis, che è in Venetia. Attendete a star sano, et basciate la mano parimente alla Ill(ustrissi)ma S(igno)ra Duchessa p(er) me. Alli VII di Maggio MDXXXV di Padova.
Scheda di Francesco Amendola | Ultima modifica: 19 gennaio 2021
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