Bembo · Lettera n. 2438
- Mittente
- Bembo, Pietro
- Destinatario
- Querini, Girolamo di Ismerio
- Data
- [14 luglio 1542]
- Luogo di partenza
- Roma
- Luogo di arrivo
- Venezia
- Lingua
- volgare
- Incipit
- Alla lettera vostra non risponderò altro se non che se non ci è speranza
- Explicit
- caro che tutto questo rimanga nei vostri petti. State sani. Di Roma. Alli XV di Luglio MDXLIV.
- Testimoni
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Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, Vat. lat. 10979, 22v
Copia, manoscritto di altra mano.Manoscritto.Lettera firmata, indirizzo presente.
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Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, Vat. lat. 10979, 22r
Copia, manoscritto di altra mano.Manoscritto.
Note: È trascritto solo un frammento, che coincide con l'incipit della lettera: «Alla lettera vostra non risponderò altro se non che se non ci è speranza che Torquato si possa far dotto etc.».
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Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, Chig. L VIII 304, lettera n. 91, 142r-v
Minuta, manoscritto autografo.Unità di manoscritto composito, 1 c..Indirizzo presente, segni di piegatura, correzioni.
Note: Indirizzo sul lato corto di c. 142v (margine interno). Varianti rispetto a RVv9: la minuta non presenta la sottoscrizione e l'ultimo rigo della lettera: «venuti fossero ad ascoltarmi] Ben mi fia caro che tutto questo rimanga nei vostri petti. State sani. Di Roma. Alli XV di Luglio MDXLIV. Fratello P. Car. Bembo». Sulla busta la data autografa di Bembo è 14 luglio 1542.
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Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, Vat. lat. 10979, 22v
- Edizioni
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- Bembo 1987-1993, lettera n. 2438, vol. IV, p. 501
Alla lettera vostra non risponderò altro, se non che se non ci è speranza che Torquato si possa far dotto, come V.M. mi scrive, io lascerò la mia casa di Padova et lo studio, con ciò che in esso et in essa è, alla mia Helena. Le lascerei anchora argenti per più di due mila scudi, che io ho qui tra quelli che portai da Padova et quelli che ho havuti nelle spoglie del Card. Fregoso bo. me., se non fosse ch'io penso di pagar con essi i miei debiti fatti per lo cardinalato et non so che poco, ch'io son debitore a M. Zuan Mathio, se però non avenisse che io li potessi pagar con altro. De le altre cose che io ho qui in veste et adornamenti di casa et altro che sono più di scudi mille et cinquecento, lascerò che se ne pagli l'annello del Papa et il rimanente sia donato alli miei familiari in recognition della buona e fedel servitù loro. Et così haverò fatto hora con voi il mio testamento. Né crediate che io parli con V.M. et con la mia Mad. Isab., che so che leggerà questa lettera meno sinceramente di quello che io parlassi con Santa Isabetta et con San Hieronimo, che dal cielo discesi fossero ad ascoltarmi. Ben mi fia caro che tutto questo rimanga ne' vostri petti. State sano. Di Roma alli XV di Luglio MDXLII.
Scheda di Francesco Amendola | Ultima modifica: 12 luglio 2023
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