Ariosto · Lettera n. 97
- Mittente
- Ariosto, Ludovico
- Destinatario
- Alfonso I d'Este, duca di Ferrara
- Data
- 7 luglio 1523
- Luogo di partenza
- Castelnuovo di Garfagnana
- Luogo di arrivo
- Ferrara
- Lingua
- italiano
- Incipit
- Ho havuto la ratificatione di vostra excellentia di quanto quel commissario di Signori luchesi et io havamo concluso
- Explicit
- questa è ben certezza che tutte queste terre da mare ne stanno in gran sospetto.
- Regesto
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Ariosto spera in una collaborazione con Lucca per punire i banditi, e scrive dei problemi con gli uomini di Vagli e di Pietrasanta, ancora in relazione agli animali sottratti e uccisi. Aiutare gli abitanti di Vagli e non infastidire gli altri sudditi garfagnini è un equilibrio difficile, e tutte le questioni di confine sono delicate. Fa cenno alle asperità fra gli abitanti di Vallico (Garfagnini) e di Gelo (Lucchesi). Ariosto spera di avere più margine d'azione, e lo chiede in maniera diretta al duca, che invece lo ha sempre invitato alla prudenza. Accenna nuovamente alla questione degli abitanti di Vallico. Parla poi dell'avvicinarsi di una flotta francese, della quale non ha notizie certe.
- Testimoni
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Modena, Archivio di Stato di Modena, Archivio segreto estense, Archivio per materie, Letterati, 3, Ariosto, Ludovico, lettera n. 28, ins. 27, cc. 41-42.
Originale, manoscritto autografo.Fogli sciolti, 1 bifolio.Lettera firmata, firma autografa, indirizzo presente, segni di piegatura, segno di sigillo.
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Modena, Archivio di Stato di Modena, Archivio segreto estense, Archivio per materie, Letterati, 3, Ariosto, Ludovico, lettera n. 28, ins. 27, cc. 41-42.
- Edizioni
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- Cappelli 1864, lettera n. 1, 205-206
- Ariosto 1887, lettera n. 86, 150-154
- Sforza 1926
- Ariosto 1965, lettera n. 97
- Ariosto 1984b, lettera n. 97
- Bibliografia
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- Stella 1963 = Angelo Stella, Per una nuova edizione delle Lettere di L. Ariosto (con lettere e manoscritti inediti), in «Giornale Storico della Letteratura italiana», vol. 140, fasc. 432, 1963, pp. 566-601
- Cabani 2016 = Maria Cristina Cabani, «Qui vanno gli assassini in sì gran schiera» Ariosto in Garfagnana, Lucca, Maria Pacini Fazzi editore, 2016, pp. 65-70
- Nomi citati
Illustrissimo et excellentissimo Signor mio.
ho havuto la ratificatione di vostra excellentia di quanto quel commissario di Signori luchesi et io havamo concluso, et così sùbito l’ho mandata a sue Signorie insieme con una mia per la quale molto mi dolgo e lamento deli assassinamenti che in queste confine tra la lor iuridictione e nostra ogni hor da li loro hor da li nostri subditi son fatte, di modo che pochi di questi che tornano di quel di Roma o di Siena da lavorare passano che non sieno spogliati et predati,
io li ho pregati che mandino il lor bargello per qualche giorno a star a Gallicano luogo qui vicino a quattro miglia, acciò che insieme con li nostri balestrieri possiamo o pigliare o dar la caccia a questi ladri,
Di questo medesimo ho scritto anchora al capitano di Barga, et m’ha risposto haverne scritto a’ suoi Signori, et che circa a questo ha strettissime comissioni da loro, pur né di qua né di là vegho anchora uscire alcun buono effetto, io non starò d’instare solicitare et importunare,
Circa alla differentia de gli homini di Vagli con quelli di Pietrasanta, quello che vostra excellentia ha scritto a Fiorenza et a Roma non credo che possa se non giovare,
questi homini dovevano venire a Ferrara, et portare lor instrumenti et contratti et chiarire la mente di quella che ad essi è fatto forza et violentia et ingiustitia, da quel Capitano di Pietrasanta: il quale, secondo che mostra per l’opere debe essere homo di poca ragione, ché non solo mai non ha voluto restituire le bestie che furon tolte et tolte sul nostro, ma poi parte n’ha fatto amazare alla beccaria, et il resto vendere all’incanto per ventiquattro ducati ma questi homini di Vagli mai non si sono potuti accordare di trovare li danari da pagare un messo che venisse a vostra excellentia et stanno pur in questa ostinatione che vorebbon ch’io dessi loro licentia di far all’incontro represaglia d’homini et de bestie che càpiteno dal canto nostro,
io gli ho pur tenuti in freno, facendo lor sapere che faranno cosa che dispiacerà a vostra excellentia quel capitano non resta di minacciar che se li nostri saranno arditi di levar pur una capra de le loro anderà a bruciar Vagli.
Questi di Vagli cognoscono che per sé non sono possenti a resistere a quelli di Pietrasanta, et voriano che se si attaccassi la zuffa io li soccorressi: ma io che homai cognosco la natura de li grafagnini che con tutti li comandamenti del mondo non ne potrei far movere uno a simil cose, ché già n’ho fatto più d’una experientia ellego per minor danno e minor vergogna confortare li nostri a star con la testa rotta, e ricorrere a vostra excellentia per consiglio.
Contra li subditi di Luchesi per la differentia c’hanno li nostri da Vallico con loro, si potria essere più audace, perché li nostri subditi massime quelli di Vallico mostrano haver poca paura di quelli di Gelo, et ancho fanno poca estima de li signori di quelli: ma io son stato rispettivo a non li lasciar fare perché le lettere ch’ogni dì mi vengono da vostra excellentia sempre mi tolgono ogni ardire et mai non sento altro se non che io vada destramente, et che io non attizzi li galavroni di modo che par che vostra excellentia non pur habbia rispetto alli signori de le città ma anchora alli villani de le montagne di Reggio, sì come a’ dì passati essendo stata fatta quella preda di tanta quantità di pecore da li seguaci di Zan Iacomo Cantello e di Domenico d’Amorotto, et per questo li homini qui dela Pieve haveano ritenuti certi muli d’uno da Castelnovo di Regiana, et io di questa cosa havendo dato aviso sùbito mi è stato rescritto, che senza dilatione alcuna io faccia restituire questi muli et che io non attizzi li galavroni, sì che parea che non li facendo restituire sùbito io dovesse havere qui il campo del papa: ma io li havea già fatto restituire, ma ben con sicurtà di rapresentarli o di pagarne la valuta ad ogni mia requisitione:
queste lettere et altre simili a queste, mi tolgono l’ardire, et mi fanno havere quel tanto rispetto e quel che mi fa essere tenuto troppo timido, che vostra excellentia in me riprende per la sua lettera, ché da un lato haver poca forza e poco braccio all’officio, et essere capo de subditi che non sono cioè questi altri a chi non s’appertiene per seguitarmi in alcuna impresa dove si maneggi arme: et da l’altra parte essere tuttavia admonito et fatto pauroso dale lettere di vostra excellentia, et sempre dettomi ch’io soporti et ch’io proceda con prudentia e dexterità, son sforzato che s’io fossi un leone io diventassi un coniglio:
Questi di Vallico quando la lettera di vostra excellentia è giunta direttiva alli Signori luchesi in favor loro, già havevano mandato suoi imbasciatori per questa causa a quella ma pur che sian venuti non è male chè meglio informeranno vostra excellentia del bisogno:
Anchora ch’io n’habbia scritto non starò di replicare, che questi homini a chi son state levate le bestie son di mal animo, et mi dicono gagliardamente che se non le rihanno per favore et mezo di vostra excellentia, si deliberano di non stare in questa perdita, et si rivaleranno su gli homini di Lombardia dove potranno se ben fusson certi di perdere non che la roba ma la vita:
Io ho scritto di questa cosa più volte al Cantello et a Domenico: mostrano ne le lor risposte che sua non sia la colpa et che gli ne rincresca, ma poi non mi pare che l’effetto si accordi con le parole,
si va pur dicendo che questa armata di Francia si vede in mare et chi dice ottanta et chi cento vele; ma io non ho certo authore, questa è ben certezza che tutte queste terre da mare ne stanno in gran sospetto.
a vostra excellentia mi raccomando.Castelnovi 7 Iulij 1523.
Scheda di Chiara De Cesare | Ultima modifica: 27 giugno 2022
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