Ariosto · Lettera n. 94
- Mittente
- Ariosto, Ludovico
- Destinatario
- Lucca, Anziani di
- Data
- 20 giugno 1523
- Luogo di partenza
- Castelnuovo di Garfagnana
- Luogo di arrivo
- Lucca
- Lingua
- italiano
- Incipit
- Vostre Signorie haranno inteso quello che in su l'Alpe di Santo Peregrino, territorio di Vostre Signorie
- Explicit
- e non il papa, né Fiorentini, né il mio Signore, né Vostre Signorie
- Regesto
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Gli Anziani di Lucca hanno sicuramente avuto notizia di quanto accaduto sull’Alpe di San Pellegrino a danno di alcuni Garfagnini. Ariosto ha avvisato il duca e vuole mettere al corrente i funzionari lucchesi, più vicini e quindi più pronti a intervenire.
- Testimoni
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Lucca, Archivio di Stato di Lucca, ATL, 541, fascicolo 3, lettera n. 37, 611
Copia, manoscritto di altra mano.Manoscritto, mm 290 x 215, 1 foglio.Lettera firmata.
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Lucca, Archivio di Stato di Lucca, ATL, 541, fascicolo 3, lettera n. 37, 611
- Edizioni
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- Fondora 1862, lettera n. 36, 41-42
- Ariosto 1887, lettera n. 83, 147
- Ariosto 1965, lettera n. 94
- Ariosto 1984b, lettera n. 94
- Bibliografia
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- Stella 1963 = Angelo Stella, Per una nuova edizione delle Lettere di L. Ariosto (con lettere e manoscritti inediti), in «Giornale Storico della Letteratura italiana», vol. 140, fasc. 432, 1963, pp. 566-601
magnifici etc.
Vostre Signorie haranno inteso quello che in su l’Alpe di Santo Peregrino territorio di Vostre Signorie per li homini, parte delle montagne di Modena et parte di Reggio è stato facto a danno di molti poveri homini di questa provincia di Garfagnana.
Io ne ho sùbito dato aviso al mio Illustrissimo Signore, quello che sua Excellentia farà non so, mi è parso ancho di scriverne a Vostre Signorie le quali per essere più vicine, et per questo forse più preste a rimediare, ci piglieranno qualche provisione, che non ci so pigliare io, che per essere lontano dal mio Signore, tardi del suo aiuto mi posso valere,
anchora che a me non stia di consigliare quelle pure mi pare che non saria fuor di bisogno di querelarsene et con la Santità di Nostra Signoria con li Signori Fiorentini et etiam con il Duca mio, et tutti insieme provedere a tanti mali ch’ogni dì ci multiplicano di modo che di tutte queste montagne li assassini, et homini di mala conditione sono signori, et non il papa né Fiorentini né il mio Signore né Vostre Signorie
in buona gratia delle quali mi rachomandoCastelnovi xx Iunij 1523.
Scheda di Chiara De Cesare | Ultima modifica: 27 giugno 2022
Permalink: https://epistulae.unil.ch/projects/ariosto/letters/94