Ariosto · Lettera n. 90
- Mittente
- Ariosto, Ludovico
- Destinatario
- Lucca, Anziani di
- Data
- 5 giugno 1523
- Luogo di partenza
- Castelnuovo di Garfagnana
- Luogo di arrivo
- Lucca
- Lingua
- italiano
- Incipit
- Prego di nuovo Vostre Signorie che siano contente di fare relaxare quello povero homo dalle Fabriche
- Explicit
- Vorrei vedere che tali differentie fusseno tractate più presto per amore che per violentia et iniuria
- Regesto
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Ariosto scrive riguardo alla controversia tra gli uomini delle Fabbriche e quelli di Gello sul pagamento di un canone annuo di 15 lire. Alfonso non è d'accordo, ma la questione non può essere risolta prima del suo ritorno da Venezia, come ha scritto Ercole d'Este ad Ariosto. Ercole gli consiglia inoltre di far rilasciare provvisoriamente il prigioniero. Ariosto riporta la richiesta e chiede agli Anziani di Lucca di cercare di adoperarsi per ristabilire la concordia e per non alimentare i conflitti.
- Testimoni
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Lucca, Archivio di Stato di Lucca, ATL, 541, fascicolo 3, lettera n. 34, 608-609
Copia, manoscritto di altra mano.Manoscritto, mm 290 x 215, 1 foglio.Lettera firmata.
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Lucca, Archivio di Stato di Lucca, ATL, 541, fascicolo 3, lettera n. 34, 608-609
- Edizioni
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- Fondora 1862, lettera n. 34, 40-41
- Ariosto 1887, lettera n. 79, 139-140
- Ariosto 1965, lettera n. 90
- Ariosto 1984b, lettera n. 90
- Bibliografia
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- Stella 1963 = Angelo Stella, Per una nuova edizione delle Lettere di L. Ariosto (con lettere e manoscritti inediti), in «Giornale Storico della Letteratura italiana», vol. 140, fasc. 432, 1963, pp. 566-601
magnifici etc.
prego di nuovo Vostre Signorie che siano contente di fare relaxare quello povero homo dalle Fabriche che ad instantia delli homini di Gello è stato costì a Lucha ritenuto per le 15 lire che epsi pretendeno di dovere havere ugni anno da quel comune delle Fabriche secondo la stima che Messer Piero Antonio da Mercatello per la parte dello Illustrissimo Duca Hercole di bona memoria diede insieme col Commissario di Vostre Signorie
et perché come per una copia di una lettera dello Illustrissimo Signore mio presente, quelle hanno potuto vedere, che sua Excellentia non si contenta di tal stima, io ne havevo scripto a quella, che circa a questo mi significasse, come io mi havessi a governare, et perché dal figliuolo et da chi è rimaso in suo loco mi è facto intendere che di tal cosa fino alla tornata di Sua Excellentia, non si ponno resolvere, la quale tornata non sarà ancora fra XX giorni, et mi commetteno ch’io preghi Vostre Signorie che faccino relaxare il prigione perché mi certificano, che sua Excellentia alla sua tornata ne scriverà a Vostre Signorie né si partirà dalle cose honeste, et dal dovere, e si rendeno certi che Vostre Signorie et sua Excellentia rimarrete d’accordio, pertanto io replico questa et prego di nuovo quelle che faccino relaxare il dicto prigione, et amicabilmente et non per via di represaglia vogliano vedere et difendere le loro ragioni et delli loro homini acciò che non diano materia alli nostri di difendersi per le vie medesme perché quando li nostri facesseno qualche cosa simile, so che dispiacerebbe allo Illustrissimo mio Signore, pure non potria fare che non fusse facto.
Io che sono servitore di quelle, vorrei vedere che tali differentie fussero tractate più presto per amore che per violentia et iniuria
allequali mi rachomando, Castelnovi v Iunij 1523
Scheda di Chiara De Cesare | Ultima modifica: 27 giugno 2022
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