Ariosto · Lettera n. 86
- Mittente
- Ariosto, Ludovico
- Destinatario
- Lucca, Anziani di
- Data
- 29 maggio 1523
- Luogo di partenza
- Castelnuovo di Garfagnana
- Luogo di arrivo
- Lucca
- Lingua
- italiano
- Incipit
- A' dì passati io scripsi a V. S. in rechomandatione di quello poveretto di Belgrado
- Explicit
- Acconcio verrà a tractare la cosa de' sali con V. S.
- Regesto
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Dopo un riferimento alla raccomandazione di Belgrado da Vallico, ringrazia le autorità lucchesi e spera che Belgrado esca presto di prigione. L'uomo, infatti, non si trova nelle condizioni economiche adatte a pagare la propria scarcerazione. Spera quindi che gli venga richiesta una paga adeguata alle sue possibilità, o che venga concesso al figlio di Belgrado di garantire per lui. Si augura che gli Anziani di Lucca si comportino ragionevolmente. Chiude la lettera con un cenno alla questione del sale, presente nelle lettere precedenti.
- Testimoni
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Lucca, Archivio di Stato di Lucca, ATL, 541, fascicolo 3, lettera n. 36, 609-610
Copia, manoscritto di altra mano.Manoscritto, mm 290 x 215, 2 fogli.Lettera firmata.
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Lucca, Archivio di Stato di Lucca, ATL, 541, fascicolo 3, lettera n. 36, 609-610
- Edizioni
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- Fondora 1862, lettera n. 32, 39-40
- Ariosto 1887, lettera n. 75, 133
- Ariosto 1965, lettera n. 86
- Ariosto 1984b, lettera n. 86
- Bibliografia
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- Stella 1963 = Angelo Stella, Per una nuova edizione delle Lettere di L. Ariosto (con lettere e manoscritti inediti), in «Giornale Storico della Letteratura italiana», vol. 140, fasc. 432, 1963, pp. 566-601
- Nomi citati
magnifici etc..
A’ dì passati io scripsi a Vostre Signorie in rachomandatione di quello poveretto di Belgrado ritenuto, nelle loro forze, et so che dal mio Illustrissimo Signore fu loro scripto, et forsi a tali preghi quelle si sono inclinate a non lo fare morire, di che io particularmente ne referisco lor gratie
resta perché questi suoi parenti mi dicano che quando epso desse sicurtà di non offendere mai alcuno subdito di Vostre Signorie che epse lo libereriano ancora della prigione,
ma perché la pagaria che quelle vorriano che desse è molto grande et eccede la facultà di lui, et perché epso si trova preso, et non è chi possa fare per lui, vorrei ancora da quelle gratia di dui cose, et così le supplico che siano contente di concedermele una che domandasseno a Belgrado una pagaria di qualità conveniente al grado suo et che epso potesse dare, l’altra che lasciando epso in forza di Vostre Signorie uno suo figliuolo per statico, fusseno contenti di lasciarlo tanto che potesse procurare et procacciarsi di persone che entrassino in pagaria per lui.
Mi parria ancora, quando paresse a Vostre Signorie che fusse honesto, che poi, che epso ha da promettere di non offendere, mai alcuno del dominio di Vostre Signorie che epso ancora per quella via fusse cauteggiato di non esser dalli subditi di quelle offeso che non saria licito che altri potesse nuocere a lui, et epso fusse legato, sì che non si potesse defendere, pure mi confido in Vostre Signorie che sono iustissime che non faranno cosa fuori di ragione,
in buona gratia dellequali mi rachomando.Hoggi ho per una di Vostre Signorie visto quanto epse mi respondeno, circa a quanto li haveva scripto delli sali, et inteso il pericolo che habiamo appresso della peste, non mancha né mancherà per me, per farli ugni buona provisione, Acconcio verrà a tractare la cosa de’ sali con Vostre Signorie.
Castelnovi, 29 Maij 1523
Scheda di Chiara De Cesare | Ultima modifica: 27 giugno 2022
Permalink: https://epistulae.unil.ch/projects/ariosto/letters/86