Ariosto · Lettera n. 84
- Mittente
- Ariosto, Ludovico
- Destinatario
- Alfonso I d'Este, duca di Ferrara
- Data
- 28 maggio 1523
- Luogo di partenza
- Castelnuovo di Garfagnana
- Luogo di arrivo
- Ferrara
- Lingua
- italiano
- Incipit
- Hoggi alcuni modanesi homini da bene e boni cittadini e fra gli altri un Francesco Guidone
- Explicit
- perché ogni dì son minacciato che mi verranno a tôrre questo prigione ch’io ci ho per forza
- Regesto
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Alcuni modenesi, temendo di essere attaccati, hanno viaggiato per un tratto di strada accompagnati. Una volta soli, però, sono stati assaliti e uno fra loto, Guidone, è stato rapito. Ariosto considera come nessun posto possa considerarsi al sicuro dai criminali e, preoccupato, tutte le notti chiama due balestrieri a fare la guardia, per poter dormire serenamente.
- Testimoni
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Modena, Archivio di Stato di Modena, Archivio segreto estense, Archivio per materie, Letterati, 3, Ariosto, Ludovico, lettera n. 25, ins. 24, c. 37
Originale, manoscritto autografo.Fogli sciolti, un foglio.Lettera firmata, firma autografa, indirizzo presente.
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Modena, Archivio di Stato di Modena, Archivio segreto estense, Archivio per materie, Letterati, 3, Ariosto, Ludovico, lettera n. 25, ins. 24, c. 37
- Edizioni
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- Ariosto 1862, lettera n. 18, 50-52
- Ariosto 1887, lettera n. 73, 130-132
- Ariosto 1965, lettera n. 84
- Ariosto 1984b, lettera n. 84
- Bibliografia
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- Stella 1963 = Angelo Stella, Per una nuova edizione delle Lettere di L. Ariosto (con lettere e manoscritti inediti), in «Giornale Storico della Letteratura italiana», vol. 140, fasc. 432, 1963, pp. 566-601
- Nomi citati
Illustrissimo et excellentissimo Signor mio.
hoggi alcuni modanesi homini da bene e boni cittadini et fra gli altri un Francesco Guidone il quale dice essere parente del Capitano Meseno dal Forno, venendo per andare alli Bagni quando son stati a Frassanoro, dubitando di essere assassinati, hanno tolto in compagnia e scorta messer Zan Iacomo Cantello con una grossa compagnia di gente, il quale messer Zan Iacomo gli ha accompagnati fin 4 miglia appresso a San Pelegrino poi gli disse che non ci era più pericolo, et li lasciò et diede volta,
non furon slongati un tratto di balestra che furon assaltati da gli assassini che pur sono dela factione di messer Zan Iacomo, che erano iti inanzi alla posta, et etiam da alcuni di quelli che li havevano accompagnati con messer Zan Iacomo fin lì: liquali erano tornati indrieto, per modo che presero quel Guidone dicendoli che era de’ lor nimici, et li hanno tolto non solo quelli danari che gli hanno trovato adosso ma anchora messoli taglia sì che bisognò che li compagni chi con 4 chi con sei ducati et chi con più e chi con meno lo riscodessono ché dicevano di volerlo amazzare, et poi hanno levato anchora il resto de li danari c’havevan gli altri compagni.
Son venuti a Castelnovo molto di malavoglia et dànno la colpa che messer Zan Iacomo sia stato consentiente di questo assassinamento, et molto si lamentano di lui:
Io non credo già che la colpa sia di lui se non quanto, non può forse vietare alli suoi seguaci che facciano di simili mal opere, pur io gli ho scritto: et pregatelo che faccia ogni opera possibile per far restituire questi danari, et tanto più quanto la colpa è data a lui non so quello che mi risponderà.
N’ho voluto dar aviso a Vostra Excellentia alla quale non voglio già dar ricordo di quello, ch’ ella sa meglio quello che debbe fare, che non so io, pur la certifico che né al bosco, né dentro alle terre né sarrato in le case nessuno in questo paese è sicuro da li homicidi et assassini,
io fo fare ogni notte la guardia a questa casa o ròcca che sia dove habito et ci fo dormire oltra li miei famigli sempre dui balestrieri, perché ogni dì son minacciato che mi verranno a torre questo prigione ch’io ci ho per forza,
et a vostra excellentia mi raccomando.Castelnovi, 28 Maij 1523
Scheda di Chiara De Cesare | Ultima modifica: 06 luglio 2022
Permalink: https://epistulae.unil.ch/projects/ariosto/letters/84