Ariosto · Lettera n. 79
- Mittente
- Ariosto, Ludovico
- Destinatario
- Lucca, Anziani di
- Data
- 5 maggio 1523
- Luogo di partenza
- Castelnuovo di Garfagnana
- Luogo di arrivo
- Lucca
- Lingua
- italiano
- Incipit
- Io prego Vostre Signorie che voglino con li suoi datieri fare tale provisione circa il passare di questi sali che vengano da Pisa
- Explicit
- acciò che per utile e commodo delli suoi subditi facci quello che li paia più expediente
- Regesto
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A seguito di un altro carico di sale trattenuto ad Acconcio e ad altri uomini provenienti da Pisa, Ariosto pretende una presa di posizione chiara da parte di Lucca. Vuole che gli Anziani si adoperino affinché ciò non accada più o che manifestino chiaramente la propria volontà di continuare a trattenere i carichi di sale, in modo che il duca possa prendere provvedimenti.
- Testimoni
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Lucca, Archivio di Stato di Lucca, ATL, 541, fascicolo 3, lettera n. 31, 602
Copia, manoscritto di altra mano.Manoscritto, mm 290 x 215, 1 foglio.Lettera firmata.
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Lucca, Archivio di Stato di Lucca, ATL, 541, fascicolo 3, lettera n. 31, 602
- Edizioni
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- Fondora 1862, lettera n. 30, 37
- Ariosto 1887, lettera n. 68, 123-124
- Ariosto 1965, lettera n. 79
- Ariosto 1984b, lettera n. 79
- Bibliografia
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- Stella 1963 = Angelo Stella, Per una nuova edizione delle Lettere di L. Ariosto (con lettere e manoscritti inediti), in «Giornale Storico della Letteratura italiana», vol. 140, fasc. 432, 1963, pp. 566-601
Magnifici ac potentes domini mihi observandissimi,
io prego Vostre Signorie che voglino con li suoi dateri fare tale provisione circa il passare di questi sali che vengano da Pisa che ugni giorno, io non habbi da querelarmi appresso quelle,
oltra quanto a’ dì passati ho scripto, per alcuni nostri vettorali, alli quali sono stati ritenuti li muli et il sale, di nuovo Acconcio salinaro qui per lo Illustrissimo Signore mio, si duole che similmente li sono stati, li suoi muli ritenuti, et non può intendere la cagione, cum sit che già Vostre Signorie concesseno al prefato Signore Duca il passo per M/X staia per mandare per mano del dicto Acconcio in Lombardia, et fin qui ne ha mandato sei milia, il resto è comperato a sua instantia in Pisa, come Vostre Signorie se ne ponno benissimo chiarire, et hora essendoli usati questi termini, pare che quelle non vogliano attenere, quanto già una volta è stata sua voluntà,
questo non voglio né posso credere bene è più verisimile che senza sua saputa li dateri usino queste nuovità.
Io prego Vostre Signorie che faccino tal monitioni a questi suoi, che non siano causa assediarne di sali, maxime non ne havendo quelle al presente tal quantità in Lucha, che senza andare a Pisa, ne possin tenere fornite per il medesmo prezio, ché data paritate, più volentieri, si darebbe a Vostre Signorie utile che ad altre persone,
quelle siano contente che pagandosi le debite gabelle il sale possi senza impedimento venire, così per uso di questa ducale provincia, come per mandare per la quantità concessa in Lombardia
et quando ancho qualche rispecto muove Vostre Signorie a fare usare questi modi, le supplico me lo faccino sapere, acciò che io ne avisi lo Illustrissimo Signore mio, acciò che per utile e commodo, delli suoi subditi, facci quello che li paia più expediente,
et in buona gratia di Vostre Signorie mi rachomando.Castelnovi 5 Maij 1523
Scheda di Chiara De Cesare | Ultima modifica: 27 giugno 2022
Permalink: https://epistulae.unil.ch/projects/ariosto/letters/79