Ariosto · Lettera n. 40
- Mittente
- Ariosto, Ludovico
- Destinatario
- Lucca, Anziani di
- Data
- 12 settembre 1522
- Luogo di partenza
- Castelnuovo di Garfagnana
- Luogo di arrivo
- Lucca
- Lingua
- italiano
- Incipit
- Io sono stato a questi giorni a Ferrara, dove, fra le altre commissione che ho haute dal mio Illustrissimo Signore
- Explicit
- che'l medesimo anch'io sono per fare contra li rebelli e banniti di Vostre Signorie
- Regesto
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Ariosto spera di potersi accordare con Lucca riguardo al modo di procedere contro i banditi. Ha scritto ad Alfonso per chiedere come punirli.
- Testimoni
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Lucca, Archivio di Stato di Lucca, ATL, 541, fascicolo 3, lettera n. 11, 554
Copia, manoscritto di altra mano.Manoscritto, mm 290 x 215, 1 foglio.Lettera firmata.
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Lucca, Archivio di Stato di Lucca, ATL, 541, fascicolo 3, lettera n. 11, 554
- Edizioni
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- Fondora 1862, lettera n. 7, 26
- Ariosto 1887, lettera n. 31, 51-52
- Ariosto 1965, lettera n. 40
- Ariosto 1984b, lettera n. 40
- Bibliografia
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- Stella 1963 = Angelo Stella, Per una nuova edizione delle Lettere di L. Ariosto (con lettere e manoscritti inediti), in «Giornale Storico della Letteratura italiana», vol. 140, fasc. 432, 1963, pp. 566-601
Magnifici et Excellentissimi Domini mihi observandissimi,
io sono stato a questi giorni a Ferrara, dove fra le altre commissione che ho haute dal mio Illustrissimo Signore è stato che per quanto si extende il mio potere io sia sempre prompto a servire e fare cosa che piaccia a Vostre Signorie, e spetialmente ch’io non patischa che li rebelli della vostra Excelsa Republica vengano in questa sua provincia, e che, venendoci, io li pigli e persegui non altrimenti che li rebelli et inimici di Sua Excellentia;
et così sono apparechiato di fare, e questa et ugni altra cosa che di Vostre Signorie io pensi essere a beneficio e piacere.
E perché intendo che, non essendo io qui, Vostre Signorie si sono dolute col mio locotenente di certi assassinamenti che alcuni ribaldi di questa provincia, banditi, hanno facto in le terre di quelle; oltra quello che io credo che’l prefato locotenente habbi scripto, anch’io replico ch’io n’ho grandissimo dispiacere e non minore desiderio di rimediarci, pure ch’io lo possi fare.
Io n’ho scripto al mio Illustrissimo Signore, e penso che Sua Excellentia in ugni modo mi mostrerà qualche via di potere castigare li malfactori, meglio ch’io non ho potuto fare, né posso fin qui.
Pure, oltra quello che credo che’l mio Signore disegnerà di fare, l’aviso di Vostre Signorie credo che mi saria per giovare molto, scrivendo quelle alle Vicarie loro che confinano con questa Ducale provincia, che, per perseguitare tali homini di pessima vita, ad ugni mia requisitione venisseno con l’arme in aiuto delli miei balestrieri, e non dessino in loro terre ricapito alli nostri banditi, che’l medesimo anch’io sono per fare contra li rebelli e banniti di Vostre Signorie;
in buona gratia delle quali mi rachomando sempre.
Castelnovi, 12 Septembris 1522
Scheda di Chiara De Cesare | Ultima modifica: 26 giugno 2022
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