Ariosto · Lettera n. 4
- Mittente
- Ariosto, Ludovico
- Destinatario
- Este, Ippolito d'
- Data
- 22 ottobre 1509
- Luogo di partenza
- Ferrara
- Luogo di arrivo
- Padova
- Lingua
- italiano, latino
- Incipit
- Luni passato per una facenda de un mio cognato andai a Nonantula
- Explicit
- Io scrivo cose da fastidio a Vostra Signoria perché non ho da piacere
- Regesto
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Ariosto scrive di essersi recato a Nonantola per incontrare il cardinale Giuliano Cesarini. Afferma di essere stato caldamente accolto dal cardinale, che gli ha domandato notizie su un siniscalco partito per fare visita a Ippolito nel campo imperiale. Il cardinale Cesarini gli ha inoltre chiesto in dono un bellissimo levriero, apprezzato anche da Ippolito, ma già donato a un uomo spagnolo. Il cardinale desiderava in regalo una bracca, molto cara ad Ariosto, il quale ha accettato di donarla. Ariosto scrive di alcune disposizioni dategli dal Cesarini dopo la sua partenza per Roma, in riferimento a una contesa legale. Riferisce poi di un duello tra un siciliano e un ferrarese, ma ritiene che Ippolito ne abbia già notizia. Il motivo è una questione di matrimonio e di onore, confessata da un uomo di nome Ercole. Un'altra notizia riguarda il malcontento per una nuova imposta. I feudatari protestano, ma Ariosto scrive di non essere parte della categoria. Un'altra sollevazione è quella dei contadini contro Antonio de' Costabili, destituito dai Dodici Savi in favore di Benedetto Brugia.
- Testimoni
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Modena, Archivio di Stato di Modena, Archivio segreto estense, Archivio per materie, Letterati, 3, Ariosto, Ludovico, lettera n. 2, ins. 2
Originale, manoscritto autografo.Fogli sciolti, un bifolio.Lettera firmata, firma autografa, indirizzo presente, segni di piegatura, segno di sigillo.
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Modena, Archivio di Stato di Modena, Archivio segreto estense, Archivio per materie, Letterati, 3, Ariosto, Ludovico, lettera n. 2, ins. 2
- Edizioni
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- Ariosto 1862, lettera n. 2, 4-7
- Ariosto 1887, lettera n. 3, 5-9
- Sforza 1926
- Ariosto 1965, lettera n. 4
- Ariosto 1984b, lettera n. 4
- Bibliografia
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- Tiraboschi 1781 = G. Tiraboschi, Storia della Letteratura italiana. Tomo IX che contiene le aggiunte e le correzioni, G. Tiraboschi, Modena, Società tipografica, 1781
- Catalano 1931 = Michele Catalano, Vita di Ludovico Ariosto, ricostruita su nuovi documenti, Volume secondo (documenti), Michele Catalano, Genève, Olschki, 1931, vol I p. 267
- Stella 1963 = Angelo Stella, Per una nuova edizione delle Lettere di L. Ariosto (con lettere e manoscritti inediti), in «Giornale Storico della Letteratura italiana», vol. 140, fasc. 432, 1963, pp. 566-601
- Albonico 2022 = Simone Albonico, Ariosto, in Autografi dei letterati italiani. Il Cinquecento, tomo III, a cura di Matteo Motolese, Paolo Procaccioli, Emilio Russo, Roma, Salerno editrice, 2022, pp. 3-35, p. 16
- Nomi citati
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- Brugia, Teodosio
- Brugio, Benedetto
- Cesarini, Giulio
- Conti, Nicolò de'
- Costabili, Antonio de'
- Ercole (?)
- Luigi XII di Valois-Orléans, re di Francia
- Maestro di stalla di Ippolito d'Este
- Marino Da La Maitina
- Massimiliano I d'Asburgo, imperatore
- nipote di Marino de la Maitina
- Nonantola, abitanti
- Salomone, Francesco
- siniscalco di Giuliano Cesarini
- Spagnolo, (?)
Illustrissimo signor Mio
per una facenda de un mio Cognato andai a Nonantula, dove visitai il Reverendissimo Caesarino dicendogli ch’io ero venuto a far reverentia a sua Signoria perché me rendevo certo che, se Vostra Signoria si fusse ritrovata a Ferrara, haveria mandato in ogni modo alcuno de suoi a far tal effetto, e che risapendo poi che ritrovandomi io in loco dove l’havesse possuto fare, et fussi mancato, ne haverei da Vostra Signoria hauto riprensione.
il Cardinale prefato mi fece gratissima accoglienza e careze assai per amore de Vostra Signoria, e poi mi disse havere a dì passati mandato un suo sescalco per visitare in campo Vostra Signoria e che dopo La partita de quello mai non ne havea inteso novella e ne dubitava molto e mi pregò ch’io ne scrivessi a Vostra Signoria e ch’io intendessi se quella ne sapeva cosa alcuna.
Apresso mi disse de un levorero che haveva inteso ch’el Mastro da stalla de Vostra Signoria havea bellissimo, mostrando nel dir suo havere desiderio de haverlo; io gli feci intendere che uno del prefato Mastro da stalla havea Vostra Signoria a'dì passati donato ad un Spagnolo et dubitavo che fusse quello che era stato a Sua Signoria laudato, perché altro cane non sapea che fusse del Mastro da stalla de quella belleza.
etEgli vide stando io lì una mia bracca ch’io havea molto cara per la sua belleza perché io la volea da heredi, et mi la domandò in dono: io non gli la seppi negare benché me ne dole anchora.
si partì per andare a Roma e mi lasciò in commissione ch’io lo Racomandassi a Vostra Signoria Illustrissima come a suo patrone con mille parole humane e de servitù che serìa longo a scrivere.
La diferentia c’havea con li homini de Nonantula che erano decaduti ha comessa a Messer Teodosio Brugia il quale, essendo io lì, l’hala come adaptata che quelli homini rehaverano le loro investiture pagando singulatim chi assai chi poco secondo le facultà et il tempo dele decadute loro, e credo secondo il principio c’ho visto ch’el Cardinale ne trarrà parecchie centanara de Ducati.
Venuto in questa terra ho trovato dui siciliani che hanno hauto campo dal Duca per combattere: un Marino dala Maitina ha chiamato un Francesco Salamone per provarli de certa causa matrimoniale de che credo che Vostra Signoria sia informata; quando io credesse che Vostra Signoria non la sapesse, me ne informarei meglio e pienamente le ne darei aviso.
se dice che combatteranno se serano d'acordo, ma sino adesso sono in discordia.
E questo è che quel Marino ha scritto volere provare a quel Francesco quattro cose: l’una che una certa sua nipote o figliastra è moglie de questo Francesco, alla quale Francesco risponde che questo che la ragione civile osia canonica pò decidere non vole ponere in fortuna de Arme.
All’altre tre se attacca, ché una è che Marino dice che esso pose questo Francesco a dormire con la prefata sua nipote, l’altra che questo Francesco ha malmessi e dilapidati li beni dela prefata, la tercia che questo Francesco non harà ardire de venire in campo perché è codardo e che è un giudeo.
A queste tre querele risponde Francesco che Marino mente, ma questo Marino par che si attenga alla prima, per la quale Francesco non vol combattere.
Questo è quanto sino a questa sera è successo de questa cosa; così Hercole il quale fa compagnia a quel Francesco, me ha detto.
De questa cosa che a Ferrara ho trovato de novo, se non fusse per darne a Vostra Signoria aviso, harei poco pensero, verso un’altra che mi dispiace assai.
perché tutto hoggi se è andato per li massari in volta facendosi comandamento alli citadini che in termine de dui dì ognuno habbia portato al tesorero del commune li denari che li toccano dela colta imposta novamente per il Duca, come se tutti fussimo bancheri che havessimo denari in cassa.
E tutto il populo dal magiore al minore dice male e peggio, et io ho odito dire da alcuno che se Vostra Signoria fusse in questa terra non seriano queste cose e che, poi che quella ha adaptatti li fatti del Duca col Re de Francia e con l'imperatore, serìa necessario ancho che tornasse a Ferrara per adaptare le cose del popolo col Duca.
Oltra questa colta, è stata imposta sopra li feudetarij un'altra graveza che è circa il quarto dela intrata; io chiamo feudetarij tutti quelli che riconoscono roba da la casa da Este, ma questa non apertene a me perché non ho roba de tal sorte, ma s’io ne havesse non mi gravaria già a pagare.
Nanti ch’io andassi a Nonantula un dì vidi un tumulto de contadini che si lamentavano a Messer Antonio de Costabili de'infiniti lavoreri che ogni dì multiplicavano, e minacciavano de fugirsi de ferrarese et odì un nodaro d’arzeni che attestava che dela sua guardia n’erano già fugite tre o quattro famiglie.
Per Ferrara si ragiona ma nol dico già ch’io lo sappia certo: pur si dice publicamente che A questo Natale Messer Antonio serà casso del iudicato de Savij et in suo loco andarà Benedetto Brugia: quelli che credono che tal cosa habbia a succedere extimano da lungi a che effetto serà fatta.
Io scrivo cose de fastidio a Vostra Signoria perché non ho da piacere:
alla quale humiliter mi racomando.
Ferrarie xxii octobris MDIX.
Scheda di Chiara De Cesare | Ultima modifica: 26 giugno 2022
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