Ariosto · Lettera n. 3
- Mittente
- Ariosto, Ludovico
- Destinatario
- Este, Ippolito d'
- Data
- 7 settembre 1509
- Luogo di partenza
- Ferrara
- Luogo di arrivo
- Padova
- Lingua
- italiano
- Incipit
- Per exequire quanto Vostra Signoria mi comette
- Explicit
- et de ciò che me vera noticia le daro aviso
- Regesto
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Ariosto, su richiesta del cardinale Ippolito, invia notizie su Ferrara parlando del fallimento di Beniamin Hebreo da Riva. Riporta le voci circolanti sull'argomento, tutte relative alle possibili cause del fallimento e ai debiti dell'uomo. Ariosto dice di essere a conoscenza del salvacondotto concesso dal duca a Beniamino, ma teme che l'uomo possa comunque fuggire. Dopo aver riferito alcune voci riguardanti il timore di una nuova tassa a Ferrara, passa alle questioni legate al raccolto, e alle scorte di vino e frumento. Parla poi degli abitanti di Adria, e del loro timore di un'invasione veneziana e della loro decisione di mettere preventivamente in salvo i propri cari e i propri beni a Ferrara. In chiusura, si giustifica con il cardinale, promettendo di essere in futuro più attento alle vicende quotidiane della città.
- Testimoni
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Modena, Archivio di Stato di Modena, Archivio segreto estense, Archivio per materie, Letterati, 3, Ariosto, Ludovico, lettera n. 1, ins. 1
Originale, manoscritto autografo.Fogli sciolti, un foglio.Lettera firmata, firma autografa, indirizzo presente, segni di piegatura, correzioni, segno di sigillo.
Note: L'autografo reca la firma di Luigi Cibrario sul verso della carta.
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Modena, Archivio di Stato di Modena, Archivio segreto estense, Archivio per materie, Letterati, 3, Ariosto, Ludovico, lettera n. 1, ins. 1
- Edizioni
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- Cibrario 1861, lettera n. 1, 310-312
- Ariosto 1862, lettera n. 1, 1-3
- Ariosto 1887, lettera n. 2, 2-5
- Sforza 1926
- Ariosto 1965, lettera n. 3
- Ariosto 1984b, lettera n. 3
- Bibliografia
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- Tiraboschi 1781 = G. Tiraboschi, Storia della Letteratura italiana. Tomo IX che contiene le aggiunte e le correzioni, G. Tiraboschi, Modena, Società tipografica, 1781, p. 175. La lettera non è trascritta, ma solo citata come esistente presso l'Archivio di Stato di Modena
- Catalano 1931 = Michele Catalano, Vita di Ludovico Ariosto, ricostruita su nuovi documenti, Volume secondo (documenti), Michele Catalano, Genève, Olschki, 1931, vol I, p. 314
- Stella 1963 = Angelo Stella, Per una nuova edizione delle Lettere di L. Ariosto (con lettere e manoscritti inediti), in «Giornale Storico della Letteratura italiana», vol. 140, fasc. 432, 1963, pp. 566-601
- Albonico 2022 = Simone Albonico, Ariosto, in Autografi dei letterati italiani. Il Cinquecento, tomo III, a cura di Matteo Motolese, Paolo Procaccioli, Emilio Russo, Roma, Salerno editrice, 2022, pp. 3-35, p. 16
Illustrissimo Signore mio.
Per exequire quanto Vostra Signoria mi comette, io mi sforzarò de intendere quelle nove che saranno possibili da intendersi, e de giorno in giorno ne terrò avisata quella.
Al presente si parla assai per Ferrara de Beniamin Hebreo da Riva, che ha fallito de 14 mila ducati, che havea da altri hebrei forasteri a guadagno, et questo, per havere esso credito col Conte Ranaldo Sacrato e col conte Hieronymo Roverella et con altri de qualche migliaro de ducati, che non po exigere.
A Ferrara sopra de questo si dicono molte ciance: che è stato il Duca che, havendo inteso che havea molti denari de Christiani ad interesse, ha voluto sapere chi sono questi che per suo mezo prestano ad usura, et ha voluto torgli tutti questi denari che erano de Christiani usurari; e la fama, subvertendo la veritade, dice chel Conte Ranaldo prefato havea su quel banco duo mila ducati a guadagno, et così molti altri che si nominano.
Pur Marco Marighella, al quale in queste cose si po dar fede me ha certificato esser così come prima ho scritto, et m'ha detto anchora che molti Argenti de Vostra Signoria sono su quel banco; et avenga ch'el Signore Duca habbia fatto il salvo condutto a Beniamin, pur non vi sono molto securi, perché un giorno se ne potrebbe fugire.
M’ha detto adnchora Marco che stanno in pericolo de fallire de li altri apresso, perché siamo a un tempo che ciascuno c’ha denari fuora cerca de ritornarseli in Borsa.
Per li denari che ha Dimandato il Duca in prestoito ad alcuni particulari si teme per la citade che non segua in generale; anzi ho odito dire, benché io creda che sia falso, che vol mettere una colta sul commune de cento mila ducati, e de questo si fanno diversi parlamenti fra il populo, che niuno se ne contentaria.
In tutto lo ferrarese è tristissimo recolto de vino, adeo che vale 14 e 15 lire la castellata, il formento è a 12 bol(ognini) il staro; Quelli che Ne hanno da vendere stanno in speranza che debbia incarire molto.
Per quanto io ho vedute alcune lettere dellide alcuni che habitano Adria in quella terra, e così in tutte quelle Ville che sono ne l'extremitadel Po e presso la Marina, si sta con gran suspetto che crescendo l'aque Venetiani non li assagliano con l’armata più presto per robarli e farne preda e stracio per l’odio che ci hanno che per havere animo de tenerli et alcuni de detti lochi se hanno già facto provisione de case in Ferrara dove salvino le persone e meglioramenti loro.
Recevuta ch'io ho la lettera dela Signoria Vostra, ho dato a quella questi pochi avisi: qualunque se siano, per non essere imputato de negligentia, de giorno in giorno starò attento, e farò ogni instantia de sapere, et praticaro piu alla piaza che dopo la partita de Vostra Signoria non facevo. Et de ciò che me vera noticia le ne daro aviso.
Alla quale, post manum oscula humiliter mi racomando.
Ferrarievii Septembris MDIX.
Scheda di Chiara De Cesare | Ultima modifica: 13 luglio 2023
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