Ariosto · Lettera n. 26
- Mittente
- Ariosto, Ludovico
- Destinatario
- Equicola, Mario
- Data
- 15 ottobre 1519
- Luogo di partenza
- Ferrara
- Luogo di arrivo
- Mantova
- Note alla data
- Braghirolli 1856 scrive erroneamente 19 ottobre 1519.
- Lingua
- italiano
- Incipit
- Io ringratio vostra S. de la offerta ch'ella mi fa di prestarmi l'opera sua
- Explicit
- Al M(agnifi)co Calandra vi degnarete ancho di raccomandarmi
- Regesto
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Ariosto ringrazia l'Equicola per un prestito e comunica la propria intenzione di trasferirsi, un giorno, a Mantova. Si impegna a limare e terminare un componimento richiesto dal destinatario ma, a causa delle preoccupazioni economiche derivate dall'espropriazione di alcuni beni, non ha abbastanza tempo per dedicarsi a continuare una giunta al Furioso, che però ha cominciato. Il pensiero dei propri debiti occupa gran parte del suo tempo.
- Testimoni
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Mantova, Archivio di Stato di Mantova, Archivio Gonzaga, Autografi, b.8, lettera n. 5, c. 454
Originale, manoscritto autografo.Lettera firmata, firma autografa, indirizzo presente.
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Mantova, Archivio di Stato di Mantova, Archivio Gonzaga, Autografi, b.8, lettera n. 5, c. 454
- Edizioni
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- Mortara 1852, 18-19
- Braghirolli 1856
- Ariosto 1887, lettera n. 18, 32-34
- Sforza 1926
- Ariosto 1965, lettera n. 26
- Ariosto 1984b, lettera n. 26
- Bibliografia
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- Stella 1963 = Angelo Stella, Per una nuova edizione delle Lettere di L. Ariosto (con lettere e manoscritti inediti), in «Giornale Storico della Letteratura italiana», vol. 140, fasc. 432, 1963, pp. 566-601
Messer Mario mio honoratissimo.
Io ringratio molto vostra Signoria de la offerta ch'ella mi fa di prestarmi l'opera sua, accadendomi ne li miei litigij, la qalequale accetto di buono animo et credo di usarla, ma non mi basteria il scrivere quello ch'io dimandassi.
Ho pensiero di trasferirmi un giorno a Mantua et informarvi bene di quel ch'io voglio, ma non è il tempo anchora
Circa l'oda che voi mi dimandate, la cercherò tra le mie mal raccolte compositioni et le darò un poco di lima al meglio ch'io saprò e mandarolavi.
È vero ch'io faccio un poco di giunta al mio
Orlando furioso, cioè io l'ho comminciata, ma poi da l'un lato il Duca, dal altro il cardinale havendomi l'un tolto una possessione che già più di trecent'anni era di casa nostra, l'altro un'altra possessione di valore appresso di dece mila ducati, de facto et senza pur citarmi a mostrare le ragion mie, m'hanno messo altra voglia che di pensare a favole.Pur non resto per questo ch'io non segua facendo spesso qualche cosetta, s'io seguiterò non mi uscirà di mente di fare il debito mio, et tanto meglio che non ho fatto pel passato quanto questo debito da quel tempo in qua è cresciuto in infinito.
Messer Mario siate certo ch'io son vostro prima per inclinatione naturale già è molto tempo, poi che per vostri meriti verso me.
A Vui mi raccomando, et pregovi che alcuna volta vi degnate di ridurre alla Signora Marchesana in memoria ch'io le sono deditissimo servitore. Al Magnifico Calandra vi degnarete ancho di raccomandarmi.
Ferrarie XV octobris 1519
Scheda di Chiara De Cesare | Ultima modifica: 26 giugno 2022
Permalink: https://epistulae.unil.ch/projects/ariosto/letters/26