Ariosto · Lettera n. 217

[1] Per un’altra mia ch’io ve ò scritto abastanza del essere de vostro mesere e de altre cose che credo che a questa hora avereti avuta. [2] Mo io ve mando messer Franzesco e il sarto a posta per respecto che la cosa non vada più a lungo; e questo io l’ò fatto per respecto ad questa povera puta che da po’ che l’à sapute che suo patre va in Romangia mai non à fato altro che piangire per paura che sta cosa non vada più a lungo e de non andare in Romangia: [3] tute quelle cose che dareti a messer Franzesco serano ben date, lui a boca ve dirà a pieno de ongie cosa che cusì le avemo date. [4] La ricordo, mandatili in dreto più presto che sia posibile; non altro a Vostra Signoria me ricomando e cusì la consorte.

A’ dì 26 julii 1532

[5] Il cancelliero ch’è arrivato hora vi si raccomanda, e vi conforta che quello che havete a fare facciate presto.

Scheda di Chiara De Cesare | Ultima modifica: 25 gennaio 2024
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