Ariosto · Lettera n. 21
- Mittente
- Ariosto, Ludovico
- Destinatario
- Alfonso I d'Este, duca di Ferrara
- Data
- [4 maggio 1519]
- Luogo di partenza
- Firenze
- Luogo di arrivo
- Ferrara
- Note alla data
- l'anno è ricostruito congetturalmente da Antonio Cappelli
- Lingua
- italiano
- Incipit
- Hor hora che son ixi hore son giunto in Fiorenze et ho trovato che questa matina il duca d'Urbino è morto
- Explicit
- quella mi perdoni ché ho fatto per far bene
- Regesto
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Arrivato a Firenze in seguito alla morte della duchessa Maddalena de la Tour d'Auvergne, viene a sapere della morte del duca di Urbino (Lorenzo de' Medici). Chiede indicazioni ad Alfonso, perché gli dica a chi portare per primo le proprie condoglianze, e nell'attesa resta con Piero Antonio Torelli.
- Testimoni
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Modena, Biblioteca Estense Universitaria, Autografoteca Campori, Ariosto Ludovico (1474-1533)
Originale, manoscritto autografo.Fogli sciolti.Lettera firmata, firma autografa, indirizzo presente.
Note: Precedentemente: ASMo, Archivio per materie, Letterati, Ariosto, Ludovico, ins. 8, poi: cancelleria ducale-Archivio segreto Estense Filza 18-fascicolo 1829. 36. Donata dal duca Francesco IV ad Antonio Gandini. (Albonico i.c.s.)
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Modena, Biblioteca Estense Universitaria, Autografoteca Campori, Ariosto Ludovico (1474-1533)
- Edizioni
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- Tiraboschi 1781, 175-176
- Baruffaldi 1807
- Ariosto 1887, lettera n. 14, 29-30
- Sforza 1926
- Ariosto 1965, lettera n. 21
- Ariosto 1984b, lettera n. 21
- Bibliografia
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- Agnelli-Ravegnani 1933 = Giuseppe Agnelli, Giuseppe Ravegnani, Annali delle edizioni ariostee, Bologna, Zanichelli, 1933, p. 160, ed. cit. Tiraboschi 1791
- Stella 1963 = Angelo Stella, Per una nuova edizione delle Lettere di L. Ariosto (con lettere e manoscritti inediti), in «Giornale Storico della Letteratura italiana», vol. 140, fasc. 432, 1963, pp. 566-601
Illustrissimo Signore mio
hor hora che son son giunto in Fiorenze, et ho trovato che questa matina il Duca d’Urbino è morto, per la qual cosa sono assai in dubio di quello c’ho a fare, perché andar a condolermi dela morte de la Duchessa non so con chi, maximamente ché mi pare che la morte del duca importi tanto c’habbia fatto scordare il dolore de la Duchessa.
Finalmente mi risolvo di aspettare nova commissione da vostra excellentia et in questo mezo starmi nascoso con messer Piero Antonio, acciò parendo ch’io mi condoglia col Cardinale de’ Medici et con quel de’ Rossi de’ quali l’uno è qui l’altro si aspetta hoggi o dimatina io possa far l’uno e l’altro officio, et ancho quando a vostra excellentia paressi ch’io facessi solo quello per il che fui mandato, io potrò dire come ero venuto per dolermi de la morte de la Duchessa, ma havendo veduto questo nuovo caso mi son restato e per non essere importuno,
siché vostra excellentia mi avisi quanto ho a fare, et s’ancho io fallo a non fare quello che mi è stato comesso Quella mi perdoni ché ho fatto per far bene
et in gratia di Vostra Illustrissima Signoria mi raccomando.
Florentiae, iiii Maii.
Scheda di Chiara De Cesare | Ultima modifica: 26 giugno 2022
Permalink: https://epistulae.unil.ch/projects/ariosto/letters/21