Ariosto · Lettera n. 205
- Mittente
- Strozzi, Alessandra
- Destinatario
- Strozzi, Giovan Francesco
- Data
- 5 luglio 1532
- Luogo di partenza
- Ferrara
- Luogo di arrivo
- Villabona
- Note alla data
- Paladini 1861 data erroneamente la missiva al 5 giugno 1532. La datazione erronea permane in Agnelli-Ravegnani 1933 p. 165.
- Lingua
- italiano
- Incipit
- Hoggi habbiamo havuto una vostra di quattro di questo
- Explicit
- Il suocero, la consorte e la cognata e noi senza fine si raccomandamo a Vostra Signoria.
- Regesto
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Alessandra ha ricevuto la lettera del 4 luglio: avrebbe voluto scrivere prima, ma aspettava la lettera di Giovan Francesco Strozzi. Guido Strozzi è senza febbre, ma è molto debole, quindi Alessandra consiglia al destinatario della lettera di affrettarsi ad arrivare a Ferrara. Bonaventura Pistofilo ha seguito la vicenda matrimoniale e tutto è pronto, serve solo la «dispensa» di Giovan Francesco. Alessandra descrive inoltre gli abiti e i tessuti acquistati per il matrimonio, invitando lo sposo a non essere troppo attaccato alle piccole variazioni della spesa. Chiede da parte della sposa altri vestiti bianchi e oro, e lo invita a scegliere un oro sottile perché più elegante: Alessandra in persona peserà le stoffe prima e dopo averle mandate dal sarto, per essere sicura che Giovan Francesco non venga imbrogliato.
- Testimoni
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Ferrara, Biblioteca comunale Ariostea, Cl. I.E, It. 4, lettera n. 10
Originale, manoscritto di altra mano.Lettera firmata, firma autografa, indirizzo presente.
Note: Di mano di Ariosto, a nome di Alessandra Strozzi e del suo "cancellero"
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Ferrara, Biblioteca comunale Ariostea, Cl. I.E, It. 4, lettera n. 10
- Edizioni
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- Barotti 1765, lettera n. 14, tomo VI, pp. 407-408
- Paladini 1861, lettera n. 2, 34-35
- Antonelli 1884
- Ariosto 1887, lettera n. 203, 329-331
- Sforza 1926
- Ariosto 1965
- Ariosto 1984b
- Bibliografia
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- Stella 1963 = Angelo Stella, Per una nuova edizione delle Lettere di L. Ariosto (con lettere e manoscritti inediti), in «Giornale Storico della Letteratura italiana», vol. 140, fasc. 432, 1963, pp. 566-601
- Albonico 2022 = Simone Albonico, Ariosto, in Autografi dei letterati italiani. Il Cinquecento, tomo III, a cura di Matteo Motolese, Paolo Procaccioli, Emilio Russo, Roma, Salerno editrice, 2022, pp. 3-35, p. 13
Magnifico messer Zan Francesco
hoggi habbiamo havuto una vostra di quattro di questo, prima non accade a fare altra scusa perché non v’havemo prima scritto, volevamo prima havere la vostra ch’ogni modo aspettavamo d’havere hoggi e domani o havendola o non havendola vi volevamo scrivere per le navi.
Voi intenderete che’l Magnifico vostro suocero è senza febbre. già cinque dì sono. ma tanto fiacco che par non si possa rihavere. e per disgratia che facesse qualche disordine e che ricadesse havrei poca speranza ne i fatti suoi e per questo io vi conforto ad accelerarvi più che potete di venire alla conclusione che al manco al fin d’Agosto siate in questa terra bene espedito d’ogni cosa,
Messer Bonaventura mi ha detto questa matina che di dì in dì aspetta la dispensa se voi havessi così dal canto vostro in ordine il resto si faria poco indugio per la dispensa.
Noi credemo di mandarvi il disegno del ricamo de la veste morella, pur non lo promettiàn certo, ne la veste anderano 26 braccia di raso, e ne le sottomaneghe dua che saranno 28. e nulla manco per essere grande come ella è.
Io non so la quantità de l’oro che v’andrà.
Io so ben che Madonna Beatrice Gualenga se ne fe’ ricamare una questo carnovale e fece le cordeline d’oro e di seta e vi si messero due libre d’oro che messer Guido le mandò a tôrre a Fiorenza.
Credo che facendosi queste d’oro schietto, non ve n’andràmeno di tre libre, perché hanno da essere cordelle e non cordoni che mostrano più ricco e più bello.
Io vi conforto a non guardare un poco più o un poco meno. ché quando si ha da fare una spesa si vuol far magnifica o lasciarla stare.
Mi piace che habbiate trovato il veluto zizolino che sia bello
Similmente per le sottomaneghe bisogneran 28 braccia.
Circa li scuffiotti mi piace che ne facciate fare uno morello e d’oro, massimamente che si confarà con la veste, et così vorrei che l’altro fosse zizolino e d’ oro essendo l’altra camorra così fatta cioè zizolina.
La consorte vi prega che siate contento che facendoli una camorra bianca che ancho habbia un scuffiotto bianco e d’oro. e tanto più quanto ella sta molto bene col bianco.
Io vi avertisco a cercare d’havere oro suttile che farà tanto più bello lavoro, e se voi mi rimetterete queste robe se terrà conto e del numero e del peso sì che non ne sarete fraudato d’un ferlino e quando la veste sarà messa insieme: per mandarla al ricamatore io la pesarò, e la pesarò di novo quando il ricamatore me la ritornerà, e la farò lavorare tanto secretamente che non si saprà, sì che parerà poi che voi l’habbiate mandata da Padua belle e fatta.
Altro non accade habbiamo fatte le vostre raccomandatione. Il suocero la consorte e la cognata e noi senza fine si raccomandamo a Vostra Signoria.Ferrarie 5. Iulij 1532
Scheda di Chiara De Cesare | Ultima modifica: 10 gennaio 2024
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