Ariosto · Lettera n. 199
- Mittente
- Ariosto, Ludovico
- Destinatario
- Federico II Gonzaga, duca di Mantova e marchese del Monferrato
- Data
- 18 marzo 1532
- Luogo di partenza
- Ferrara
- Luogo di arrivo
- Mantova
- Lingua
- italiano
- Incipit
- Io mando a vostra excellentia per questo suo gentilhuomo
- Explicit
- ch'io sia men pronto allo servitio suo di quello che è mio debito d'essere
- Regesto
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Ariosto invia quattro commedie al duca di Mantova. Due (La Lena e Il negromante) sono inedite, le altre due sono ampiamente riscritte, soprattutto rispetto alle stampe non autorizzate (La cassaria e I suppositi). Prega il Gonzaga di non mandare le commedie in stampa, perché ancora non le ha corrette dal punto di vista formale. Preferisce inviarle benché non ancora perfette per non rischiare di essere considerato ingrato dal duca di Mantova.
- Testimoni
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Mantova, Archivio di Stato di Mantova, Archivio Gonzaga, Autografi, b.8, lettera n. 10, cc. 459-459bis
Originale, manoscritto autografo.Lettera firmata, firma autografa, indirizzo presente.
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Mantova, Archivio di Stato di Mantova, Archivio Gonzaga, Autografi, b.8, lettera n. 10, cc. 459-459bis
- Edizioni
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- Campori 1866
- Ariosto 1887, lettera n. 183, 291-292
- Sforza 1926
- Ariosto 1965
- Ariosto 1984b
- Bibliografia
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- Stella 1963 = Angelo Stella, Per una nuova edizione delle Lettere di L. Ariosto (con lettere e manoscritti inediti), in «Giornale Storico della Letteratura italiana», vol. 140, fasc. 432, 1963, pp. 566-601
- Nomi citati
Illustrissimo et excellentissimo Signor mio.
io mando a Vostra Excellentia per questo suo gentilhuomo il quale è venuto qui, tutte le comedie che mi trovo haver fatte: che sono quattro come io promessi di far per una mia ch’io scrissi a Braghino:
et hora da messer Giovan Iacomo Calandra mi sono state da parte di Vostra Excellentia domandate: due ci sono che non credo che quella habbia più vedute: l’altre anchora che sieno a stampa per colpa di persone che me le rubaro, non sono però nel modo in che io le ho ridutte: massimamente la Cassaria: che tutta è quasi rinovata.
S’elle satisfaranno a Vostra Excellentia n’haverò piacere grandissimo.
Quella suplico che sia contenta di non lasciarle andare in modo che sieno stampate un’altra volta, ché oltre che non credo che le stampassino più corrette c’habbian fatto l’altre volte io ci cognosco dentro de li errori circa la lingua che per trovarmi hora occupato in altro non ho havuto tempo di correggierli et ancho che le ha trascritte non ci ha usato quella diligentia c’havria [apostrofo autografo] possuto.
Et io perché questo huomo di Vostra Excellentia non ne venga senza non ho tempo di rivederle altrimente ché più tosto voglio ch’ella le habbia hora non così ben scritte, che indugiando darli sospetto ch’io sia men pronto allo servitio suo di quello che è mio debito d’essere.
In buona gratia dela quale mi dono et raccomando sempre.Ferrarie XVIII Martij MDXXXII.
Scheda di Chiara De Cesare | Ultima modifica: 24 giugno 2022
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