Ariosto · Lettera n. 195
- Mittente
- Ariosto, Ludovico
- Destinatario
- Strozzi, Giovan Francesco
- Data
- 30 gennaio 1532
- Luogo di partenza
- Ferrara
- Luogo di arrivo
- Padova
- Note alla data
- Stella (1963, p. 583) nota come Cappelli (Ariosto 1887) e le edizioni precedenti datino la lettera al 20 gennaio.
- Lingua
- italiano
- Incipit
- Io ho fatto vedere il decreto vostro al Magnifico m. Bonaventura,
- Explicit
- voi e vostra sorella e tutta casa vostra, dubiterà che non le vogliate bene:
- Regesto
-
Ariosto ha mostrato a Bonaventura Pistofilo il documento dotale di Guido Strozzi. Ha parlato con Guido, che vuole leggere un’ultima volta il documento, ma è molto ben disposto nei confronti del matrimonio. In seguito, il Pistofilo ha rinnovato la propria approvazione, con la promessa di parlare con Simona degli Uberti, una volta tornata dalla casa di sua figlia incinta. Non serve che si dica a Frate Gasparo di tornare. Alessandra Strozzi ha ricevuto uno scudo per i tessuti, 50 bolognini per il velo (che per volontà del marito non è più stato acquistato) e altri 30 bolognini per provvedere agli abiti della sposa: è dunque debitrice di 10 bolognini. Per il pagamento degli altri tessuti, Giovan Francesco non deve preoccuparsi, poiché non si trattava di una spesa onerosa.
- Edizioni
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- Barotti 1765, lettera n. 7, tomo VI, pp. 397-398
- Ariosto 1887, lettera n. 179, 287-288
- Ariosto 1965
- Ariosto 1984b
- Bibliografia
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- Stella 1963 = Angelo Stella, Per una nuova edizione delle Lettere di L. Ariosto (con lettere e manoscritti inediti), in «Giornale Storico della Letteratura italiana», vol. 140, fasc. 432, 1963, pp. 566-601
Magnifico messer Giovan Francesco mio honorando.
Io ho fatto vedere il decreto vostro al Magnifico messer Bonaventura, il quale mi dice che non è bisognato né bisogna farlo confermare altrimente, perché così è valido, e che ve ne sono assai altri simili, che sono buoni e validi.
Pur hoggi n’ho parlato col Magnifico messer Guido, il quale mi ha detto di volerlo vedere anchora lui, e così glielo mostrerò; il quale messer Guido ho pur trovato disposto più che mai.
Appresso ho parlato anchora con messer Bonaventura di questa nostra pratica, al quale è piacciuta assai, e mi ha promesso, come madonna Simona sia tornata da Modonna, dove è andata per lo parto che si aspetta de la figliuola, di parlarne con lei;
il che facendo (come farà), et essendo persona che può molto disporre di essa, credo che non bisognerà per questo dare fatica a frate Gasparo di tornare in questa terra.
Quando ella sarà venuta e di quello che si sarà fatto, vi darò aviso.
Madonna Alessandra si raccomanda a Vostra Signoria, e dice d’haver havuto uno scudo, e li parea d’havervene avisato quando mi fe’ scrivere che quelli dui drapeselli haveva havuto per uno scudo.
Ha poi havuto per il Cancelliere de li Furgosi cinquanta bolognini, e per il velo de la madonna, che poi non vi parse che si comprasse,
haveva ancho havuto trenta bolognini, li quali tutti insieme, senza lo scudo, fanno lire quattro; ma li primi drapeselli costaro tre lire e meza tutti dui, sì che vi resta debitrice di dieci bolognini, li quali, quando vi accaderà di volere altro in questa terra, vi saranno menati buoni.
Pur ci avisa che, così come ogni dì cresce in questa terra il prezzo de l’altre cose, anche questi Giudei vanno crescendo quello de li suoi lavori.
S’ella non vi avisò il prezzo de li primi drapeselli, dice che non restate per questo di comandarle et adoperarla, ché non era tanta somma che si havesse a gravare, se ben voi non le haveste mandati i danari:
e che quando non vi vorrete servir di lei, voi e vostra sorella e tutta casa vostra, dubiterà che non le vogliate bene:
alli quali tutti si raccomanda sempre, et io appresso.Ferrariae, 30 Ianuarij 1532.
Scheda di Chiara De Cesare | Ultima modifica: 10 gennaio 2024
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