Ariosto · Lettera n. 193
- Mittente
- Ariosto, Ludovico
- Destinatario
- Federico II Gonzaga, duca di Mantova e marchese del Monferrato (?)
- Data
- 15 gennaio 1532
- Luogo di partenza
- Ferrara
- Luogo di arrivo
- Mantova
- Lingua
- italiano
- Incipit
- Essendo io in procinto per mandare di novo a stampa il mio Orlando furioso
- Explicit
- domanderò a quella il transito per le sue terre libero.
- Regesto
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Ariosto ha bisogno di quattrocento risme di carta per mandare in stampa il Furioso. Chiede, dunque, di essere dispensato dal pagamento delle tasse di frontiera, come già accaduto in passato per concessione del padre di Federico II Gonzaga. Ha aggiunto quattrocento stanze all'opera e spera di comporne altre in cui sicuramente il Gonzaga verrà lodato, come già è stato. Ha anche intenzione di far stampare altre «cosette»; se necessario, domanderà nuovamente la concessione per il transito della carta.
- Testimoni
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Mantova, Archivio di Stato di Mantova, Archivio Gonzaga, Autografi, b.8, lettera n. 7, cc. 456-456bis
Originale, manoscritto autografo.Lettera firmata, firma autografa, indirizzo presente.
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Mantova, Archivio di Stato di Mantova, Archivio Gonzaga, Autografi, b.8, lettera n. 7, cc. 456-456bis
- Edizioni
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- Campori 1866, 91-92
- Ariosto 1887, lettera n. 177, 284-285
- Sforza 1926
- Ariosto 1965
- Ariosto 1984b
- Bibliografia
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- Stella 1963 = Angelo Stella, Per una nuova edizione delle Lettere di L. Ariosto (con lettere e manoscritti inediti), in «Giornale Storico della Letteratura italiana», vol. 140, fasc. 432, 1963, pp. 566-601
- Nomi citati
Illustrissimo et excellentissimo Signor mio observandissimo,
essendo io in procinto per mandare di novo a stampa il mio
Orlando furioso et per questo bisognandomi far condurre da Salò quattrocento risme di carta suplico Vostra Excellentia che sia contenta di comettere che per le sue terre possa essere condutta liberamente senza pagamento di alcun datio, sì come ancho la felice memoria del Marchese suo padre mi concesse di poterne condurre fin alla summa di mille risme dela qual summa io ne feci condurre solo risme ducento.E perché non reputo che Vostra Excellentia m’habbia per manco servitor suo che m’havesse il padre con non minor fiducia riccorro a quella e la suplico che mi faccia questa gratia e non solo per questa volta ma per sempre che mi accaderà di stampare, che se hora ho aggiunto da’ quattrocento stanze al detto libro, spiero all’altra additione di aggiungervene molte più, et come in questa ho nominato Vostra Excellentia con qualche laude, non sono ancho per tacerla ne l’altre.
Io fo pensier ancho di stampare alcune altre mie cosette siché quella non voglia tenermi per importuno e poco discreto se sempre c’havrò bisogno di carta domanderò a quella il transito per le sue terre libero
in bona gratia de la quale humiliter mi raccomando sempre.Ferrarie XV Ianuarij MDXXXII.
Scheda di Chiara De Cesare | Ultima modifica: 24 giugno 2022
Permalink: https://epistulae.unil.ch/projects/ariosto/letters/193