Ariosto · Lettera n. 188
- Mittente
- Ariosto, Ludovico
- Destinatario
- Pallai, Biagio
- Data
- 26 luglio 1530
- Luogo di partenza
- Firenze
- Luogo di arrivo
- Roma
- Lingua
- italiano
- Incipit
- Io dubito che se qualche bisogno non mi facesse qualche volta dar fatica a Vostra Signoria, ch'ella si scorderebbe di me
- Explicit
- serà contenta di far per me quello che ha fatto per il passato, dove è stato di bisogno
- Regesto
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Rallegratosi per la buona salute del destinatario, che vorrebbe incontrare a Corte, Ariosto prega il Pallai di interessarsi alla pratica del [beneficio di Sant'Agata], di cui ha già scritto a Giuliano Nasello.
- Edizioni
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- Ariosto 1887, lettera n. 175, 282
- Sforza 1926
- Bertoni 1933, lettera n. 1, fotoriproduzione
- Fatini 1950
- Ariosto 1965
- Ariosto 1984b
- Bibliografia
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- Charavay 1869 = Catalogue d'une precieuse collection de lettres autographes composant le cabinet de M. le docteur Egide-Fr. Succi de Bologne, dont la vente aura lieu del vendredi 21 et samedi 22 mai 1869, rue des Bons Enfants, 28 etc. Le catalogue se distribue à Paris chez Gabriel Charavay expert en autographe, rue de Saint-André des Arts, 1869, Gabriel Charavay, Paris, 1869, p. 9 n. 29
- Agnelli-Ravegnani 1933 = Giuseppe Agnelli, Giuseppe Ravegnani, Annali delle edizioni ariostee, Bologna, Zanichelli, 1933
- Stella 1963 = Angelo Stella, Per una nuova edizione delle Lettere di L. Ariosto (con lettere e manoscritti inediti), in «Giornale Storico della Letteratura italiana», vol. 140, fasc. 432, 1963, pp. 566-601
- Catalogo 1974 = Gino Badini, Catalogo della mostra documentaria ariostesca, a cura di Gino Badini, in Reggio Emilia a Ludovico Ariosto nel quinto centenario della nascita, in «Bollettino storico reggiano», VII, fasc. 29, 1974, pp. 55 ss.
- Nomi citati
Reverendo messer Blossio mio honorandissimo.
Io dubito che se qualche bisogno non mi facesse qualche volta dar fatica a Vostra Signoria, ch’ella si scorderebbe di me, e per questo desidero di havere facende in Corte: acciò che ricorrendo io a Vostra Signoria et affaticandola, non le lascie perdere la memoria di me, e minuire la benivolentia nostra.
Son molti giorni e mesi ch’io non ho inteso di Vostra Signoria et forse ancho ella non ha inteso di me, et molte cose intanto sono occorse di qua e di là, pur da pochi giorni in qua mi è stato detto che Vostra Signoria è sana et in buon grado; dil che n’ho havuto piacere grande, ma maggior piacer e contento n’havrò quando da quella io ne sia per sue lettere certificato.
Io gratia di Dio mi trovo sano e quieto assai.
è vero ch’io ho alquanto di fastidio per esser stato mal servito circa l’expeditione d’alcune mie bolle, del che io ne scrivo difusamente a messer Giuliano Nasello.
Vostra Signoria si degnerà per amor mio di parlar con lui, e dove potrà interponere l’opera sua a mio beneficio serà contenta di far per me quello che ha fatto per il passato dove è stato di bisogno,
alla quale mi offero e raccomando sempre.Ferrarie 26 Iulij 1530
Scheda di Chiara De Cesare | Ultima modifica: 23 giugno 2022
Permalink: https://epistulae.unil.ch/projects/ariosto/letters/188