Ariosto · Lettera n. 185
- Mittente
- Ariosto, Ludovico
- Destinatario
- Lucca, Anziani di
- Data
- 29 maggio 1525
- Luogo di partenza
- Castelnuovo di Garfagnana
- Luogo di arrivo
- Lucca
- Lingua
- italiano
- Incipit
- Verrà dalle Signorie Vostre prete Io. da Mulassana
- Explicit
- e quelli di Motrone e di Valico restino boni amici.
- Regesto
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Ariosto scrive in favore di Giovanni da Molassana, che si recherà a Lucca per denunciare Martino da Vergemoli. Chiede agli anziani di fare in modo che fra i due uomini non si arrivi alle armi. Giunto alla fine del commissariato, scrive di voler fare in modo che Belgrado (da Vallico) sia liberato prima che Ariosto lasci la Garfagnana, e che i conflitti tra gli uomini di Motrone e di Vallico siano appianati.
- Testimoni
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Lucca, Archivio di Stato di Lucca, ATL, 541, fascicolo 3, lettera n. 90, 730-731
Copia, manoscritto di altra mano.Manoscritto, mm 290 x 215, 1 foglio.Lettera firmata.
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Lucca, Archivio di Stato di Lucca, ATL, 541, fascicolo 3, lettera n. 90, 730-731
- Edizioni
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- Fondora 1862, lettera n. 88, 318-319
- Ariosto 1887, lettera n. 172, 277-278
- Ariosto 1965, lettera n. 185
- Ariosto 1984b, lettera n. 185
- Bibliografia
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- Stella 1963 = Angelo Stella, Per una nuova edizione delle Lettere di L. Ariosto (con lettere e manoscritti inediti), in «Giornale Storico della Letteratura italiana», vol. 140, fasc. 432, 1963, pp. 566-601
Magnifici ac potentes domini mihi observandissimi,
verrà dalle Signorie Vostre prete Iohanni da Mulassana, et narrerà a quelle li mali portamenti di prete Martino da Vergemoli, et maxime il minacciare li fa de andarli alla casa con gente, se lui non si accorda seco,
et perché sono certo che le Signorie Vostre amano la iustitia, et non hanno men charo li subditi del Signore duca che li suoi proprii, prego quelle che voglino fare qualche provisione, che quel prete Martino, non li habbi ad innovare cosa alcuna, et che sia il vescovo, che iudichi fra loro, et non le arme, perché ne porria resultare, qualche grande scandalo,
Circa quelli de Valico in risposta dico alle Signorie Vostre che trovandomi alla fine dei mio officio, non passeranno 8 o dieci giorni, ch’io verrò costì in persona, et menerò meco, qualche homini de Valico, et avanti ch’io parti di costì, piglieremo quel più expediente modo, che parerà alle Signorie Vostre acciò che inanzi che io parti di qua, si operi questo bono effecto, che epso Belgrado, sia liberato, et quelli di Motrone et di Valico, restino boni amici,
Et alle Signorie Vostre mi rachomando,Ex Castelnovo Garfagnane 30 Maij 1525
Scheda di Chiara De Cesare | Ultima modifica: 26 giugno 2022
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