Ariosto · Lettera n. 17
- Mittente
- Ariosto, Ludovico
- Destinatario
- Fregoso, Ottaviano
- Data
- 27 febbraio 1516
- Luogo di partenza
- Ferrara
- Luogo di arrivo
- Genova
- Lingua
- italiano
- Incipit
- Havendo io cominciato a porre a stampa quel mio libro
- Explicit
- offrendole che di questa gratia io le haverò grandissima e perpetua obligatione
- Regesto
-
Avendo cominciato a stampare l'opera che il Fregoso desiderava vedere finita già in occasione degli incontri a Urbino e a Roma, Ariosto ha ottenuto i privilegi di stampa a Venezia per l'Orlando Furioso e chiede di poterli avere anche a Genova. Propone una pena per chiunque provi a stampare l'opera.
- Testimoni
-
-
Torino, Biblioteca civica centrale, H. Prior, mazzo 2, fasc. 1, sottofasc. 17, lettera n. 1
Originale, manoscritto autografo.Fogli sciolti.Lettera firmata, firma autografa, indirizzo presente, segni di piegatura, segno di sigillo.
Note: Già Raccolta Luigi Nomis di Cossilla, I, olim Autografi, 2
-
Torino, Biblioteca civica centrale, H. Prior, mazzo 2, fasc. 1, sottofasc. 17, lettera n. 1
- Edizioni
-
- Salza 1913, 288-306 (riproduzione a 288/289)
- Bertoni 1922, 315 (riproduzione)
- Sforza 1926, 11 (la lettera è pubblicata inedita nella prefazione del 1901). Questa, dunque, è a tutti gli effetti l'editio princeps.
- Ariosto 1965, lettera n. 17
- Ariosto 1984b, lettera n. 17
- Bibliografia
-
- Stella 1963 = Angelo Stella, Per una nuova edizione delle Lettere di L. Ariosto (con lettere e manoscritti inediti), in «Giornale Storico della Letteratura italiana», vol. 140, fasc. 432, 1963, pp. 566-601
- Nomi citati
Illustrissimo Signore mio observandissimo.
havendo io comminciato a porre a stampa quel mio libro, el quale già vostra excellentia, nel tempo che in Urbino et in Roma la vidi, per sua humanità dimostrava desiderare di veder fornito, et dubitando io che non si faccia per colpa de li impressori incorretto, ho obtenuto da la Santità di nostro Signore e da la Maestà Christianissima et da Signori Venetiani, et spero de obtenere da altre potentie anchora, che fin ch'io viva a nessuno sia licito, se non a chi parrà a me, di stampirlo né di venderlo.
hor essendo io deditissimo servitore de vostra excellentia et havendo gran fede in essa, piglio seco questa sicurtà di suplicarla, che essa anchora mi voglia concedere similmente questa gratia.
Io non ho appresso a quella persona ch'io connosca alla quale io possa di questo dar cura, sì che vostra excellentia per sua solita gentileza si degnarà di commettere ad alcun suo che lo le raccordi e che sia mio solicitatore e che con più prestezza che può mi mandi expedito in buona forma o per privilegio o per lettera patente o per rescritto o in qual modo parrà a vostra excellentia, che a nessuno sia licito vivendo io, né in Genua né in terra alcuna al dominio di Genua suggetta stampir né far stampire né vendere né far vendere questo mio libro ch'io nomino
Orlando furioso senza mia expressa licentia sotto pena di perdere tutte l'opere e di pagar per ciascuna quattro o cinque ducati o più o manco e da essere applicati secondo che meglio parrà a vostra excellentia offerendole che di questa gratia io le haverò grandissima e perpetua obligatione.alla quale raccordo ch'io sono affectionatissimo servitore e senza fine me le racomando.
Ferrariae xxvii februarij MDXVI
Scheda di Chiara De Cesare | Ultima modifica: 26 giugno 2022
Permalink: https://epistulae.unil.ch/projects/ariosto/letters/17