Ariosto · Lettera n. 168
- Mittente
- Ariosto, Ludovico
- Destinatario
- Lucca, Anziani di
- Data
- 7 settembre 1524
- Luogo di partenza
- Castelnuovo di Garfagnana
- Luogo di arrivo
- Lucca
- Note alla data
- Senza data nell' ed. Fondora.
- Lingua
- italiano
- Incipit
- A' giorni passati scripsi a Vostre Signorie di certe robbe e forsieri sono appresso quel Don Michele
- Explicit
- e me le facci portare qui a me, et io molto bene farò pagare li portatori.
- Regesto
-
Ariosto ha scritto nei giorni passati una lettera relativa ai beni del defunto conte di San Donnino trovati a casa di don Michele di Gurfigliano. Gli Anziani hanno consentito al prete di tenerli a casa propria, ma Ariosto ne chiede la restituzione, perché l’eredità spetta ai frati e alle monache di San Francesco oppure ad Alfonso, ma sicuramente non ai banditi che le hanno sottratte. Prega gli Anziani di far mandare tutto a Castelnuovo.
- Testimoni
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Lucca, Archivio di Stato di Lucca, ATL, 541, fascicolo 3, lettera n. 76, 707
Copia, manoscritto di altra mano.Manoscritto, mm 290 x 215, 1 foglio.Lettera firmata.
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Lucca, Archivio di Stato di Lucca, ATL, 541, fascicolo 3, lettera n. 76, 707
- Edizioni
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- Fondora 1862, lettera n. 73, 312
- Ariosto 1887, lettera n. 155, 261-262
- Ariosto 1965
- Ariosto 1984b
- Bibliografia
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- Stella 1963 = Angelo Stella, Per una nuova edizione delle Lettere di L. Ariosto (con lettere e manoscritti inediti), in «Giornale Storico della Letteratura italiana», vol. 140, fasc. 432, 1963, pp. 566-601
Magnifici ac potentes domini Domini observandissimi etc.
a’ giorni passati scripsi a Vostre Signorie di certe robbe et forsieri, sono appresso quel Don Michele rectore della terra vostra di Gurfigliano, le quale sono robbe tolseno quelli tristi che assassinorno quella povera Donna del conte Gian Maria da Santo Donnino et il figliuolo, che le portorono là,
et Vostre Signorie per sua gratia per sue lettere commisseno a dicto prete le tenesse appresso di sé né le debesse dare senza licentia di quelle,
et perché queste robbe se sono di quelle del conte si spectano alli frati et Monache qui di Santo Francesco che sono heredi et a uno altare, se anco sono di quelle, di quelli assassini si spectano alla Camera del mio Illustrissimo Signore et perché quelli ribaldi scio molestano il prete et le vorrebbeno
per tanto acciò non si possino gloriare di havere la robba et morte le persone, et che la sia data a chi si specta Vostre Signorie siano pregate et anco per la iustitia commettere al suo Magnifico Vicario di Castiglioni, mandi per dicte robbe, per parte di quelle, et me le facci portare qui a me, et io molto bene farò pagare li portatori
et a Vostre Signorie mi raccomando offerendomi ad similia etcCastelnovi Garfagnane, 7 Septembris 1524
Scheda di Chiara De Cesare | Ultima modifica: 26 giugno 2022
Permalink: https://epistulae.unil.ch/projects/ariosto/letters/168