Ariosto · Lettera n. 164
- Mittente
- Ariosto, Ludovico
- Destinatario
- Lucca, Anziani di
- Data
- 5 agosto 1524
- Luogo di partenza
- Camporgiano
- Luogo di arrivo
- Lucca
- Lingua
- italiano
- Incipit
- Hieri, essendo a Carreggine, mi venne un messo di Vostre Signorie con sue lettere
- Explicit
- sì che non meno potranno disporre di me e di questa provincia in cosa di iustitia che possa lo Illustrissimo Signor mio
- Regesto
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Durante un suo soggiorno a Careggine, Ariosto ha ricevuto sia la notizia della cattura a Soraggio di alcuni banditi lucchesi da parte dei soldati di Reggio sia la richiesta lucchese di comunicare al governatore di Reggio gli accordi contro i banditi. Ariosto ha risposto con una lettera affidata allo stesso messo. Nella lista dei banditi portati a Reggio manca però Geronimo Guasselli, e Ariosto vuole comprenderne il motivo: cercherà i banditi lucchesi e in particolare Geronimo per conto della Repubblica di Lucca, in onore degli accordi presi. Chiede, in cambio, di essere aiutato nella cattura di Battistino Magnano e Margutte da Camporgiano, rifugiatisi probabilmente a Tramonte e a Castiglione. Ariosto ha le forze per farlo, ma i banditi sanno di essere da lui seguiti, soprattutto dopo l’invio da parte del duca di 25 fanti.
- Testimoni
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Lucca, Archivio di Stato di Lucca, ATL, 541, fascicolo 3, lettera n. 72, 701
Copia, manoscritto di altra mano.Manoscritto, mm 290 x 215, 1 foglio.Lettera firmata.
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Lucca, Archivio di Stato di Lucca, ATL, 541, fascicolo 3, lettera n. 72, 701
- Edizioni
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- Fondora 1862, lettera n. 72, 311-312
- Ariosto 1887, lettera n. 152, 257-259
- Ariosto 1965
- Ariosto 1984b
- Bibliografia
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- Stella 1963 = Angelo Stella, Per una nuova edizione delle Lettere di L. Ariosto (con lettere e manoscritti inediti), in «Giornale Storico della Letteratura italiana», vol. 140, fasc. 432, 1963, pp. 566-601
Magnifici ac potentes domini mihi observandissimi,
hieri essendo a Carreggine mi venne un messo di Vostre Signorie con sue lettere per le quali mi avisano, come li cavalli et fanti, mandati dal governatore di Reggio, havevano preso a Soraggio alcuni banditi di Vostre Signorie et che io facessi intendere al dicto Governatore, le conventioni et capituli che sono fra Vostre Signorie et il mio Illustrissimo Signore,
et io come sempre desideroso di fare piacere et servitio a quelle per il medesimo messo, scripsi al governatore in buona forma, et non dubito che non faccia il medesimo ch’io ho facto per il passato et sempre sono per fare,
pure che si trovi essere vero che in questi che il Capitano dei Governatore ha menato a Reggio, siano quelli banditi di Vostre Signorie ma nella lista che mi mandò il dicto Capitano quando si partì da Soraggio già non era nominato quel Hieronimo, pure credo che oculata fide il Governatore di Reggio farà vedere al messo di Vostre Signorie tutti questi prigioni, acciò che conoschi li suoi banditi se vi sono, et essendovi et non li volendo il governatore dare, il che però non credo, io sono per scrivere cento lettere non che una allo Illustrissimo Signore mio,
et acciò che Vostre Signorie habbino il suo intento, ben le prego che per fare la voluntà mia che ho verso quelle, di buona optima, che l’officio c’ho sempre facto et sono per fare per quelle, epso all’incontro vogliano fare per me, di porre, qualche industria di fare pigliare et darmi nelle mani Baptistino Magnano di Castelnovo et Margutte da Camporeggiano suo compagno li quali intendo che spesso si riducano a Tramonte e su quel di Castiglioni et vanno villeggiando per le terre di Vostre Signorie che più facilmente riusciria a Vostre Signorie delle quali non hanno suspecto a farli pigliare, che a me, dal quale si guardano con troppo vigilanza maxime al presente che il Signor mio, m’ha mandato 25 stioppettieri a piedi oltra li cavalli ci ho per ordinario,
quando Vostre Signorie mi faccino uno piacere di questa sorte, stiano secure, che quello c’hanno di me in maggior parte al presente haveranno poi in tutto, sì che non meno potranno disporre di me et di questa provincia in cosa di iustitia che possa lo Illustrissimo Signor mio,
in buona gratia di Vostre Signorie sempre mi racomando.Camporeggiani 5 Augusti 1524.
Scheda di Chiara De Cesare | Ultima modifica: 09 febbraio 2023
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