Ariosto · Lettera n. 145
- Mittente
- Ariosto, Ludovico
- Destinatario
- Lucca, Anziani di
- Data
- 17 marzo 1524
- Luogo di partenza
- Castelnuovo di Garfagnana
- Luogo di arrivo
- Lucca
- Lingua
- italiano
- Incipit
- Li exhibitori di questa sono poveri homini di questa ducale provincia
- Explicit
- e far loro elemosina di questo che per havere disubidito alli ordini di Vostre Signorie debitamente harebbeno perduto
- Regesto
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Ariosto chiede di perdonare degli uomini per essersi recati al Borgo a procurarsi della farina di castagne senza licenza: prega gli Anziani di tenere conto del periodo di grande carestia e della povertà degli uomini, e di ripagare loro dei beni sottratti.
- Testimoni
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Lucca, Archivio di Stato di Lucca, ATL, 541, fascicolo 3, lettera n. 61, 664
Copia, manoscritto di altra mano.Manoscritto, mm 290 x 215, 1 foglio.Lettera firmata.
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Lucca, Archivio di Stato di Lucca, ATL, 541, fascicolo 3, lettera n. 61, 664
- Edizioni
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- Fondora 1862, lettera n. 61, 307-308
- Ariosto 1887, lettera n. 132, 223-224
- Ariosto 1965
- Ariosto 1984b
- Bibliografia
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- Stella 1963 = Angelo Stella, Per una nuova edizione delle Lettere di L. Ariosto (con lettere e manoscritti inediti), in «Giornale Storico della Letteratura italiana», vol. 140, fasc. 432, 1963, pp. 566-601
Magnifici ac potentes domini mihi observandissimi,
li exhibitori di questa sono poveri homini, di questa ducale provincia, li quali, per la gran carestia che è in questo paese, erano iti al Borgo, et havevano comperato tre some di farina di castagne, et o fusse per ignorantia o per avansarsi li denari della bulletta, caricaro le some senza altra licentia, et quando furo su quel di Galicano, si contraro per lor disgratia, nel Vicario,che loro levò la farina et le bestie,
al qual caso, se Vostre Signorie per lor solita clementia non hanno misericordia, li poveri homini rimaranno disfacti, et morirano di fame.
Io astrecto da’ lor preghi et da compassione che ho alla povertade scrivo questa a Vostre Signorie sì come a quelle nelle quale ho fiducia che non mi siano per negare alcuna gratia ch’io lor dimandi, et che appresso conosco clementissime et di pietade piene, così le pregho che habbino questi poveretti per rachomandati, et siano contente di donare et far loro elemosina di questo, che per havere disubidito alli ordini di Vostre Signorie debitamente harebbeno perduto,
in buona gratia delle quale me insieme mi rachomando.Castelnovi 17 Martij 1524.
Scheda di Chiara De Cesare | Ultima modifica: 26 giugno 2022
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