Ariosto · Lettera n. 144
- Mittente
- Ariosto, Ludovico
- Destinatario
- Alfonso I d'Este, duca di Ferrara
- Data
- [marzo 1524]
- Luogo di partenza
- Castelnuovo di Garfagnana
- Luogo di arrivo
- Ferrara
- Note alla data
- Cappelli (Ariosto 1887, p. 243) non integra la data e dispone la letttera nel punto in cui essa si trovava dopo l'ultima sistemazione d'archivio (probabilmente realizzata da Cibrario).
- Lingua
- italiano
- Incipit
- io credo che l’exhibitor di questa m. Iacomo Pisano
- Explicit
- mi commetta ch’io astringhi l’una de le parti o pur amen<due in>sieme a far levare il processo, ch’io lo mander<ò a vostra excellentia
- Regesto
-
Ariosto è consapevole delle lamentele di Giacomo Pisano riguardo a una causa contro Pier Morrello. Ha fatto il possibile per condurre a buon fine la questione in base alle proprie competenze, che si sono rivelate insufficienti, e ha deciso di affidarla al giudizio lucchese. Nel frattempo, però, Pier Morrello si è rivolto a Ferrara e ha avuto una celere risposta. Giacomo non vuole che la questione sia sottoposta al giudizio ferrarese; Pier Morrello pretende il contrario. Ariosto darà ad Alfonso notizia del processo, ma chiede quale delle due soluzioni sia la più opportuna.
- Testimoni
-
-
Modena, Archivio di Stato di Modena, Archivio segreto estense, Archivio per materie, Letterati, 3, Ariosto, Ludovico, lettera n. 55, ins. 58, c. 87
Originale, manoscritto autografo.Fogli sciolti, un foglio.Lettera firmata, indirizzo presente, segni di piegatura.
Note: Testimone fortemente danneggiato, anche dal fuoco. Luigi Cibrario, che generalmente scrive la data sul margine superiore dei testimoni in suo possesso, non è in grado di ricostruirla e si limita a scrivere 'Castelnovo... .......1524'
-
Modena, Archivio di Stato di Modena, Archivio segreto estense, Archivio per materie, Letterati, 3, Ariosto, Ludovico, lettera n. 55, ins. 58, c. 87
- Edizioni
-
- Ariosto 1862, lettera n. 43, 112-114
- Ariosto 1887, lettera n. 146, 241-243
- Ariosto 1965
- Ariosto 1984b
- Bibliografia
-
- Stella 1963 = Angelo Stella, Per una nuova edizione delle Lettere di L. Ariosto (con lettere e manoscritti inediti), in «Giornale Storico della Letteratura italiana», vol. 140, fasc. 432, 1963, pp. 566-601
Ludovico Ariosto a duca di Ferrara Alfonso I d'Este, [marzo 1524]
<Illustrissimo et excellentissimo Sig>nor mio
[1] io credo che l’exhibitor di questa messer Iacomo Pisano <si lagnerà che la> causa che già molto tempo pende fra lui et Pier Morello <non sia st>ata condotta a fine; et perché Vostra Excellentia non creda che la <colpa sia> mia, io le fo intendere come, havendo io chiamato li <quattro> deputati sopra la gabella alli quali et insieme a me la causa <fu comm>essa, et ben veduti et considerati li capitoli dela gabella <et p>igliato informatione da tutti quelli che per li tempi inanzi erano stati <cond>uttori di essa gabella, et da quelli c’haveano ricordo di poi <che t>al gabella fu constituita fin al dì d’hoggi:
[2] et essendo ben<issimo> se messer Iacomo doveva essere absoluto o non da la <petitione di> Pier Morello, solo ne restava un dubio, se la parte <perden>te dovea essere condennata ne le spese <o non.>
[3] <Né essendo li qu>attro né io iurisperito, si accordamo di dom<andare, sopra que>sto dubbio, consiglio;
[4] et perché li capitani <iurisdicenti de la> provincia vedevamo sospetti alle parti, <deliberamo di mand>are il processo a Lucca, sì come in luogho <donde più presto> haveressimo risposta che da Ferrara la <quale ci pareva troppo> rimota,
[5] in questo tempo Pier Morello o difidandosi che da <Lucca> il consiglio venisse per lui, o pur desiderando di <mandare la cosa> in lungo hebbe ricorso a Ferrara, et fece venire <una lettera la quale> commetteva, che per modo alcuno <io non havessi a decidere> secondo il consiglio di Lucca, ma che volendo <consiglio lo mandassi> a domandare a Ferrara:
[6] per questo io <domandai il processo alle p>arti per mandarlo a Ferrara, et prima <questo mastro Iacomo ri>spose che non voleva dare la sua coppia <perché non havea piacere> che la sua causa fosse veduta <da altri che da quelli alli quali il> Signore l’haveva commessa cioè da me et da li <quattro>
[7] <Pier More>llo non voleva dare se non quelli acti che erano per questo io non ho fatto altro, se non che mi sono ass<unto l’impegno di> accordarli, ma Pier Morello non vòlse venire <ad accordi.>
[8] <Gli> homini di Castelnovo malvolentieri vengono a dar s<ententia contra> li quattro che erano l’anno passato per non far danno a <l’una parte o> a l’altra,
[9] Pur quando Vostra Excellentia mi liberi ch’io sententii <secondo> la prima commissione cioè secondo il parere de li quattro, io e<xpedirò la> cosa sùbito,
[10] Quando ancho le paia che si pigli consiglio a F<errara, mi> commetta ch’io astringhi l’una de le parti o pur amen<due insieme> a far levare il processo, ch’io lo mander<ò a Vostra Excellentia:>
<in> buona gratia de la quale mi raccomando.
CastelnoviMartij 1524
Scheda di Chiara De Cesare | Ultima modifica: 23 giugno 2022
Permalink: https://epistulae.unil.ch/projects/ariosto/letters/144