Ariosto · Lettera n. 139
- Mittente
- Ariosto, Ludovico
- Destinatario
- Alfonso I d'Este, duca di Ferrara
- Data
- 30 gennaio 1524
- Luogo di partenza
- Castelnuovo di Garfagnana
- Luogo di arrivo
- Ferrara
- Lingua
- italiano
- Incipit
- Se vostra excellentia non mi aiuta a difendere l’honor de l’officio
- Explicit
- e suplicare vostra excellentia che più presto mi chiami a Ferrara che lasciarmi qui con vergogna
- Regesto
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Ariosto chiede che Alfonso non dia l'assoluzione ai banditi. Ha scritto a Bonaventura Pistofilo della cattura di Genese e avrebbe voluto farlo condurre a giudizio a Castelnuovo, ma coloro che lo tenevano in prigione si erano rifiutati di consegnare il bandito, accusando Ariosto stesso di corruzione. Cita infine i casi di altri banditi e chiede ad Alfonso di richiamarlo a Ferrara, soprattutto di fronte alla vergognosa impossibilità di punire coloro che lo meritano. Nel post scriptum accenna alla possibilità che il Genese riceva una grazia e che sia quindi liberato.
- Testimoni
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Modena, Archivio di Stato di Modena, Archivio segreto estense, Archivio per materie, Letterati, 3, Ariosto, Ludovico, lettera n. 44, ins 46. c. 63
Originale, manoscritto autografo.Fogli sciolti, un bifolio.Lettera firmata, firma autografa, indirizzo presente, segni di piegatura.
Note: è conservato, insieme alla lettera, anche il sigillo.
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Modena, Archivio di Stato di Modena, Archivio segreto estense, Archivio per materie, Letterati, 3, Ariosto, Ludovico, lettera n. 44, ins 46. c. 63
- Edizioni
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- Ariosto 1862, lettera n. 35
- Ariosto 1887, lettera n. 128, 213-216
- Ariosto 1965, lettera n. 139
- Ariosto 1984b, lettera n. 139
- Bibliografia
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- Stella 1963 = Angelo Stella, Per una nuova edizione delle Lettere di L. Ariosto (con lettere e manoscritti inediti), in «Giornale Storico della Letteratura italiana», vol. 140, fasc. 432, 1963, pp. 566-601
- Cabani 2016 = Maria Cristina Cabani, «Qui vanno gli assassini in sì gran schiera» Ariosto in Garfagnana, Lucca, Maria Pacini Fazzi editore, 2016, pp. 79-82
- Nomi citati
Illustrissimo et excellentissimo Signore mio
se Vostra Excellentia, non mi aiuta a difendere l’honor de l’officio io per me non ho la forza di farlo, ché se bene io condanno et minaccio quelli che mi disubidiscano et poi Vostra Excellentia li absolva, o determini in modo che mostri di dar più lor ragion che a me essa viene a dar aiuto a deprimere l’authorità del magistro, serìa meglio che s’io non ci sono idoneo a mandare uno che fosse più al proposito, che guastando tuttavia quello che bene o male io faccia si attenuasse la maestà del commissariato sì come è accaduto ne la rivocatione de la lettera già registrata, come ne l’absolutione di ser Tomaso et confirmatione c’habbia a proseguire l’officio fin al suo termine, et altre cose che non voglio hora replicare.
Se tale ignominie si facessine a me solo non ne farei parola, perché Vostra Excellentia mi può trattare come suo servo, ma redundando tali incarichi più ne l’honor de l’officio et subsequentemente a far le persone con chi ho da praticare più insolenti verso li lor governi, non mi par di tolerarlo senza dolermine a vostra Signoria.
Di nuovo Vostra Excellentia può havere inteso perché n’ho scritto a messer Bonaventura (se quella lettera sarà perhò giunta prima di questa) come quelli dale Verugole hanno prigione quel Genese che amazzò il conte Giovanni da San Donino, et io mandai sùbito subito un messo et poi li balestrieri per farlo condurre qui,
essi ricusaro di darmilo dicendo che n’haveano avisato messer Bonaventura et finché non havessino la risposta non erano per farne altro, parendomi che non ci fossi l’honore de l’officio, riplicai con lettere che essi lo conducessino qui, et mettessino per loro chi volessino che intervenisseno alli examini, ch’io non ero per farne se non quanto volea la giustitia,
non mi hanno rescritto altro se non che m’hanno mandato a dire a bocca pel messo che non me lo vogliono dare, et hanno di più usato parole prima alli balestrieri et poi al secondo messo, che sanno che io havevo preso denari da li Madaleni et per questo io non havevo fatto bruciare le lor case, et che dubitano che s’havrò questo Genese in mano io lo lasci per danari,
Se appresso all’insolentie che per tutto il paese fanno questi di Simon prete, come Vostra Excellentia ne debbe saper qualche cosa (ché già non è mancato per me di darne aviso) et al tenere di continuo banditi ne le rocche appresso a Bernardello anchora Vostra Excellentia vol comportare che non rendano ubidientia al commissario, prego quella che mandi qui uno in mio luogo che habbia miglior stomacho di me a patire queste ingiurie, ché a me non basta la patientia a tolerarle.
Io non so quello che Vostra Excellentia determini circa a Bernardello, che non havendo pace da alcuno di suoi nimici de infiniti che n’ha, debbia stare nel paese dovunque voglia et col favore di questi da le Verugole havere sempre séguito di compagnia armata et ne’ suoi bisogni haver ricorso ne la miglior fortezza che in queste parti habbia Vostra Excellentia, et tuttavia séguiti di mettere taglie come altre volte n’ho scritto et ancho mandato a dire a bocca pel capitano de la Ragione.
Ma se né a questo né alli assassinamenti che fa Battistino Magnano et Donatello et altri ribaldi che hanno preso il campanile di Carreggini et vi sono stati parecchi giorni dentro come in una lor fortezza, non pare a Vostra Excellentia di provedere, io non me ne debbio pigliar più cura che essa voglia,
Ma dove importa tanto smaccamento de l’honor mio io vo’ gridare et farne instantia et pregare et suplicare Vostra Excellentia che più presto mi chiami a Ferrara che lasciarmi qui con vergogna
in buona gratia de la quale mi raccomando.Castelnovi 30 Ianuarij 1524.
Servitor Ludovicus Ariostus.
appresso il messo c’ho mandato la seconda volta mi ha riferito, che Bernardello dice c’ha preso costui come suo nimico et ad instantia d’un grande homo: et che non è per darmilo.
Poi il prete de le Verugole ha detto havere havuto due lettere da li officiali di luchesi sul qual territorio l’han pigliato, che fanno instantia che sia lasciato per un salvo condotto c’havea questo Genese da’ suoi Signori, et già cominciano questi da le Verugole a porre in disputa se costui sia ben preso o mal preso come essere n’habbiano essi li giudici.
Scheda di Chiara De Cesare | Ultima modifica: 23 giugno 2022
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