Ariosto · Lettera n. 137
- Mittente
- Ariosto, Ludovico
- Destinatario
- Alfonso I d'Este, duca di Ferrara
- Data
- 23 gennaio 1524
- Luogo di partenza
- Castelnuovo di Garfagnana
- Luogo di arrivo
- Ferrara
- Lingua
- italiano
- Incipit
- Se vostra excellentia havesse havuta una mia lettera per <la quale> significavo che colui ch’era venuto in favor di ser Tomaso <Micotto>
- Explicit
- et a gli homini che vedono come le cose passano, che per me non <altro si cer>ca che la giustitia habbia luogo
- Regesto
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Se Alfonso ha ricevuto una lettera di Ariosto relativa alle vicende della Vicaria del Trassilico, non deve tenerne conto. Ariosto aveva dato quella lettera a un uomo di Ceserana, che l’aveva portata in un luogo in cui la missiva è stata aperta e lasciata a Castelnuovo. Il capitano di Castelnuovo potrà informare Alfonso di quanto Tommaso Micotto occupi il proprio ruolo tirannicamente, contro il volere della Vicaria (fatta eccezione per i banditi a lui legati): se si votasse anonimamente, la Vicaria non verrebbe danneggiata. Ragiona, poi, sulle modalità di elezione che hanno portato Tommaso Micotto a occupare una posizione di potere. Il Micotto spera che Ariosto non sia ancora commissario in Garfagnana quando finirà il proprio mandato. Ariosto sa di operare nel giusto e spera in una decisione favorevole di Alfonso.
- Testimoni
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Modena, Archivio di Stato di Modena, Archivio segreto estense, Archivio per materie, Letterati, 3, Ariosto, Ludovico, lettera n. 43, ins. 45, cc. 61-62
Originale, manoscritto autografo.Fogli sciolti, due fogli.Lettera firmata, firma autografa, indirizzo presente, segni di piegatura, segno di sigillo.
Note: Testimone danneggiato da uno degli incendi dell'Archivio di Stato di Modena
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Modena, Archivio di Stato di Modena, Archivio segreto estense, Archivio per materie, Letterati, 3, Ariosto, Ludovico, lettera n. 43, ins. 45, cc. 61-62
- Edizioni
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- Ariosto 1862, lettera n. 34, 86-88
- Ariosto 1887, lettera n. 126, 210-212
- Ariosto 1965
- Ariosto 1984b
- Bibliografia
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- Stella 1963 = Angelo Stella, Per una nuova edizione delle Lettere di L. Ariosto (con lettere e manoscritti inediti), in «Giornale Storico della Letteratura italiana», vol. 140, fasc. 432, 1963, pp. 566-601
Illustrissimo et excellentissimo Signor mio.
Se Vostra Excellentia havesse havuta una mia lettera per la quale significavo che colui ch’era venuto in favor di ser Tomaso Micotto in nome de la Vicaria di Trasilico, era stato mandato da alcuni pochi che sono con il lor potestade in liga a rubare et a scorticare il resto de la Vicaria; non credo che fosse stato prestato più fede a quella lettera che falsamente era in nome di tutta quella Vicaria, che alle mie che non contengono mai falsità né bugia alcuna;
io havevo data quella lettera ad uno da Cicerana il quale penso che la portò in luogo ove fu aperta e non lasciata andar più innanzi: et credo che sia rimasa qui a Castelnuovo.
Pur, ritrovandosi il capitano di Castelnuovo costì, e volendo Vostra Excellentia pigliare informatione che homo sia detto ser Tomaso, e quanto tiranicamente et contra la volontà de li tre quarti di quella Vicaria occupa quello officio; esso capitano ne potrà dare vera informatione a quella et se ancho gli pare di far scrivere a qualc’homo da bene particolare in questaprovincia e dimandare informatione di costui, credo che tutti riferiranno a una voce che gli è un gran tristo, salvo Pierino Magnano che è suo cognato, che perhò, se gli è dato sacramento, non lo sapria negare, e Bastiano Coiaio che pur non ne diria male, parte perché è cognato d’un suo parente, parte ché sua natura è d’havere la protectionede li giotti,
tutto il resto si concorderiano meco Vostra Signoria che s’habbia quando se ne la ellectione di questo potestade si havesse a chiamare un homo per casa, et alla presentia del commissario s’havesse a porre il parere per> ballotte: che così la cosa succederia senza fraude;
ma dove solo se ha da chiamare li Sindici et officiali de li communi che lo ellegano li poverhomini ne restano fraudati: perché tutti questi Sindici et officiali ogn’ano si elleggono per volontà de gli officiali e Sindici vecchi et del potestà, siché haveranno ser Tomaso, et chi tien con lui disegnato di continuare nel suo officio, han procurato che siano fatti sindici et officiali quelli che san che saranno in suo favore, et adesso son certo che non cesseran per mezo di partiali et per tutti li altri nominati di confermare questi ellectori nela sua intentione; ma se un homo per casa havesse da dare il suo parere a ballotte, nessuno potria essere ingannato:
Esso spiera che al tempo che sarà il termine del suo officio io non habbia ad essere qui et che havrò havuto il successore; et che poi guiderà le cose meglio a suo modo che non potrà fare essendoci io come mi è stato riferito che Bastiano Coiaio ha detto Non havendo a star qui, quando fosse con bona gratia di vostra excellentia et trovandomi da quella proveduto o d’altro officio più vicino, o di esserle appresso, con conveniente condicione, io havrei di gradimento il levarmine non di meno o dovendo star qui o dovendo partirmi sempre desidererei che la Iustitia havesse luogo che quello ch’io scrivo stratiati e depressi.
Vostra excellentia determini quello che le pare a me basta di essere scarigato appresso a Dio et a gli homini che vedono come le cose passano, che per me non altro si cerca che la giustitia habbia luogo
et in buona gratia di vostra excellentia mi raccomando sempre.Castelnovi 23Ianuarij 1524.
Scheda di Chiara De Cesare | Ultima modifica: 20 agosto 2022
Permalink: https://epistulae.unil.ch/projects/ariosto/letters/137