Ariosto · Lettera n. 134
- Mittente
- Ariosto, Ludovico
- Destinatario
- Lucca, Anziani di
- Data
- 12 gennaio 1524
- Luogo di partenza
- Castelnuovo di Garfagnana
- Luogo di arrivo
- Lucca
- Note alla data
- La risposta (secondo Stella 1963, p. 579) è tuttavia dell'11 gennaio. Possibile dunque che si tratti di un errore di copia della mano lucchese.
- Lingua
- italiano
- Incipit
- Lo exhibitore di questa è uno povero homo
- Explicit
- d'haverli per amore di Vostre Signorie misericordia
- Regesto
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Ariosto scrive in favore di un uomo che, per conto di un altro, avrebbe dovuto portare alcune castagne da Massa in Lombardia; aveva preso in prestito degli asini ed era erroneamente convinto che l’uomo per cui lavorava avesse la licenza di trasportare la merce. Il vicario di Castiglione, in assenza di tale licenza, era stato costretto a portare via gli animali e il raccolto, ma è ben disposto a restituirli, a patto di ricevere la grazia dagli anziani. Ariosto raccomanda dunque l’uomo, soprattutto in ragione della sua povertà.
- Testimoni
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Lucca, Archivio di Stato di Lucca, ATL, 541, fascicolo 3, lettera n. 58, 656-657
Copia, manoscritto di altra mano.Manoscritto, mm 290 x 215, 2 fogli.Lettera firmata.
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Lucca, Archivio di Stato di Lucca, ATL, 541, fascicolo 3, lettera n. 58, 656-657
- Edizioni
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- Fondora 1862, lettera n. 57, 305-306
- Ariosto 1887, lettera n. 123, 206-207
- Ariosto 1965
- Ariosto 1984b
- Bibliografia
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- Stella 1963 = Angelo Stella, Per una nuova edizione delle Lettere di L. Ariosto (con lettere e manoscritti inediti), in «Giornale Storico della Letteratura italiana», vol. 140, fasc. 432, 1963, pp. 566-601
Magnifici ac potentes domini mihi observandissimi.
Lo exhibitore di questa è uno povero homo, il quale fu conducto, da uno lombardo ad andare a caricare, certe castagne che erano a Massa, qui di mia iurisditione per portarle in Lombardia, et epso povero homo, havendo tolti li asini in presto, et credendo che colui che lo havea conducto, havesse licentia lo andò a servire, et quando fu su quel di Castiglione, li fu dalla famiglia del Vicario tolto li asini et le some, et havendo alhora dato sicurtà di rapresentare dicta robba li furon restituiti li asini
hora la sicurtade è astretta ad rapresentare li asini, come epso più diffusamente conterà il caso suo, del quale il Vicario di Castiglione è benissimo informato, et monstra di haverli compassione non meno di me, pure si recusa, ché quello che epso ha facto non può tornare indrieto, senza gratia di Vostre Signorie.
Io rachomando, in somma questo poveretto a Vostre Signorie il quale non ha al mondo cosa che sia suo se non grave famiglia, alla quale affaticandosi et stentando, fa le spese al meglio che può, et da una parte li è minacciato da colui di chi sono li asini, et dall’altra dal lombardo, di chi erano le castagne che è homo di pessima sorte.
Prego Vostre Signorie che per clementia et pietà, et attento la innocentia et povertà di costui et appresso per mio amore sia contenta di farli restituire tutto quello che li è stato tolto, offerendomi anch’io, quando troverò alcuni delli suoi subditi, in simile fallo, d’haverli per amore di Vostre Signorie misericordia,
in buona gratia delle quali mi rachomando.Castelnovi 12 Ianuarij 1524.
Scheda di Chiara De Cesare | Ultima modifica: 26 giugno 2022
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