Ariosto · Lettera n. 131
- Mittente
- Ariosto, Ludovico
- Destinatario
- Lucca, Anziani di
- Data
- 24 dicembre 1523
- Luogo di partenza
- Castelnuovo di Garfagnana
- Luogo di arrivo
- Lucca
- Lingua
- italiano
- Incipit
- Havendo il Vicario di Galicano ricercatomi ch'io facci pigliare a sua 'stantia uno Augusto di Piero Andrea da Verni
- Explicit
- quelle faccino e disponghino come loro pare, ch'io non mi partirò dalli comandamenti loro
- Regesto
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Su richiesta del vicario di Gallicano, Ariosto ha fatto arrestare Augusto di Piero Andrea da Verni. Ciò ha generato, però, un gran malcontento fra gli uomini di Careggine, che avevano chiamato l'uomo per ristabilire la pace. Ariosto chiede indicazioni agli Anziani di Lucca sul possibile rilascio del prigioniero.
- Testimoni
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Lucca, Archivio di Stato di Lucca, ATL, 541, fascicolo 3, lettera n. 55, 649
Copia, manoscritto di altra mano.Manoscritto, mm 290 x 215, 1 foglio.Lettera firmata.
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Lucca, Archivio di Stato di Lucca, ATL, 541, fascicolo 3, lettera n. 55, 649
- Edizioni
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- Fondora 1862, lettera n. 54, 50
- Ariosto 1887, lettera n. 120, 204
- Ariosto 1965
- Ariosto 1984b
- Bibliografia
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- Stella 1963 = Angelo Stella, Per una nuova edizione delle Lettere di L. Ariosto (con lettere e manoscritti inediti), in «Giornale Storico della Letteratura italiana», vol. 140, fasc. 432, 1963, pp. 566-601
Magnifici et potenti mei Signori observandissimi,
havendo il Vicario di Galicano ricercatomi ch’io facci pigliare a sua stantia uno Augusto di Piero Andrea da Verni, l’ho facto pigliare et l’ho nelle forze miei ad ugni requisitione di Vostre Signorie con speranza che habbino a fare il medesimo, quando alcuni delli banditi di questa provincia ducale vengano nel suo dominio
Poi ch’io l’ho facto pigliare li homini nostri del comune di Carreggine, mi hanno facto, gran querela di questa captura, dolendosi che epsi lo havevano facto venire per condurre una certa pace nel loro comune et epso era venuto sicuramente, non sapendo delle conventione et capituli che sono fra Vostre Signorie et lo Illustrissimo Signore mio, et per questo mi facevano instantia ch’io lo lasciassi,
et vedendo ultimamente che senza voluntà di Vostre Signorie io non sono per lasciarlo, mi hanno pregato che io scriva a quelle in suo favore, et che io li rachomandi,
quello che importi il suo caso io non so io vorrei fare piacere ad ugni uno, ma non mai contra la iustitia quando lasciandolo et per questo succedendo questa pace nel comune di Carreggine habbi ad essere più utile, che a punirlo delli delicti, che li sono imputati,
prego Vostre Signorie che siano contente, ch’io lo lasci, quando sia ancho altrimenti quelle faccino, et disponghino come loro pare, ch’io non mi partirò dalli comandamenti loro,
in buona gratia delle quali mi rachomando.Castelnovi 24 Decembris 1523.
Scheda di Chiara De Cesare | Ultima modifica: 26 giugno 2022
Permalink: https://epistulae.unil.ch/projects/ariosto/letters/131