Ariosto · Lettera n. 119
- Mittente
- Ariosto, Ludovico
- Destinatario
- Lucca, Anziani di
- Data
- 12 ottobre 1523
- Luogo di partenza
- Castelnuovo di Garfagnana
- Luogo di arrivo
- Lucca
- Lingua
- italiano
- Incipit
- Io ringratio Vostre Signorie di quanto a' miei preghi hanno concesso a quello nostro da Vergemoli
- Explicit
- non essendo chi le cogliesse: sarebbe dannoso a molti e non utile ad alcuno
- Regesto
-
Ariosto ringrazia gli Anziani per aver concesso all'uomo di Vergemoli di portare a casa una parte delle castagne raccolte. Li prega inoltre di dare disposizioni affinché gli abitanti della Garfagnana possano cogliere le castagne senza temere ripercussioni: è pronto a prendere un simile provvedimento per i contadini lucchesi in Garfagnana. Una tale decisione può essere, secondo Ariosto, solo utile e in alcun modo dannosa.
- Testimoni
-
-
Lucca, Archivio di Stato di Lucca, ATL, 541, fascicolo 3, lettera n. 48, 634-635
Copia, manoscritto di altra mano.Manoscritto, mm 290 x 215, 1 foglio.Lettera firmata.
-
Lucca, Archivio di Stato di Lucca, ATL, 541, fascicolo 3, lettera n. 48, 634-635
- Edizioni
-
- Fondora 1862, lettera n. 48, 47
- Ariosto 1887, lettera n. 108, 189
- Ariosto 1965
- Ariosto 1984b
- Bibliografia
-
- Stella 1963 = Angelo Stella, Per una nuova edizione delle Lettere di L. Ariosto (con lettere e manoscritti inediti), in «Giornale Storico della Letteratura italiana», vol. 140, fasc. 432, 1963, pp. 566-601
- Nomi citati
Magnifici ac potentes domini mihi observandissimi,
Io ringratio Vostre Signorie di quanto a’ miei preghi hanno concesso a quello nostro da Vergemoli che possa cogliere le sue castagne, ho ancho speranza che quando saranno seche et serà per extraherle, non li faranno peggio che io sia per fare alli subditi di quelle.
Hora, perché nel medesimo caso sono molti nostri che hanno similmente selve, nel dominio di Vostre Signorie li quali mi daranno molto da fare, se particularmente harò da scrivere per ciaschuno, prego Vostre Signorie che siano contente de fare una comissione generale, a tutti li suoi officiali che li nostri che hanno selve, nelle iurisditioni loro, le possino cogliere, senza alcuno impedimento, ma non extraherle senza nuova concessione che anch’io farò dal canto mio il simile, che altramente le castagne andarebbeno a male, non essendo chi le cogliesse, sarebbe dannoso a molti e non utile ad alcuno,
et in buona gratia di Vostre Signorie sempre mi rachomando, Castelnovi 12 octobris 1523.
Scheda di Chiara De Cesare | Ultima modifica: 26 giugno 2022
Permalink: https://epistulae.unil.ch/projects/ariosto/letters/119