Ariosto · Lettera n. 101
- Mittente
- Ariosto, Ludovico
- Destinatario
- Alfonso I d'Este, duca di Ferrara
- Data
- 15 luglio 1523
- Luogo di partenza
- Castelnuovo di Garfagnana
- Luogo di arrivo
- Ferrara
- Lingua
- italiano
- Incipit
- Per uno mandato da la Vicaria di Camporeggiano mandai a vostra excellentia una lettera de li Signori fiorentini et una de li Signori luchesi
- Explicit
- e così ancho le lettere che sopra ciò m’hanno scritto li signori luchesi
- Regesto
-
Dopo un riferimento a una questione diplomatica che interessa Lucca, Ariosto parla di un'epidemia di peste a Pisa. Ariosto dice di aver rischiato il contagio, a causa di alcuni contadini infetti. Il pericolo, però, è stato da lui arginato. Fa quindi un conteggio dei capifazione e dei banditi ad essi legati proponendo, ancora una volta, di arderne le case. Propone, inoltre, di abbattere tutti i campanili, in modo che non possano essere ricovero dei banditi. Per fare questo, ad Ariosto bastano cento fanti, oppure cinquanta. Non ha bisogno di cavalli, e propone la possibilità di condannare a morte dieci banditi, che al momento dell'invio della lettera si trovano in Lombardia, per sanare i problemi della Garfagnana.
- Testimoni
-
-
Modena, Archivio di Stato di Modena, Archivio segreto estense, Archivio per materie, Letterati, 3, Ariosto, Ludovico, lettera n. 31, ins.30, cc. 46-47
Originale, manoscritto autografo.Fogli sciolti, un foglio ripiegato.Lettera firmata, firma autografa, indirizzo presente, segni di piegatura, segno di sigillo.
-
Modena, Archivio di Stato di Modena, Archivio segreto estense, Archivio per materie, Letterati, 3, Ariosto, Ludovico, lettera n. 31, ins.30, cc. 46-47
- Edizioni
-
- Ariosto 1862, lettera n. 21, 57-61
- Cappelli 1867b
- Ariosto 1887, lettera n. 90, 160-164
- Ariosto 1965
- Ariosto 1984b
- Bibliografia
-
- Stella 1963 = Angelo Stella, Per una nuova edizione delle Lettere di L. Ariosto (con lettere e manoscritti inediti), in «Giornale Storico della Letteratura italiana», vol. 140, fasc. 432, 1963, pp. 566-601
- Nomi citati
-
- Agostino da Villa
- Antonio da Cento
- banditi di Lucca, Firenze e Garfagnana
- Barga, banditi
- Bretti, Domenico
- Camera ducale di Ferrara
- Castagneto
- Costa da Ponteccio
- figli di Pellegrino dal Sillico
- Garfagnana, abitanti
- Lucca, Anziani di
- Lucca, bargello
- Otto di Pratica
- Pacchioni
- Pietrasanta, abitanti
- Sommacolonia, banditi
- Vagli, abitanti
- Vallico, abitanti
- Vicarìa di Camporgiano
- Ziliolo, Giovanni
Illustrissimo et excellentissimo Signor mio,
per uno mandato dala Vicaria di Camporeggiano mandai a vostra excellentia una lettera deli Signori fiorentini et una deli Signori luchesi.
Credo che lo exhibitore di questa sarà uno mandato dali homini di Vagli di sopra alli quali come per altre mie ho scritto a vostra excellentia dali homini di Pietra santa è usata gran violentia,
Vostra excellentia farà vedere li loro instrumenti et ancho si degnerà pigliarne informatione dal Magnifico messer Augustino da Villa il quale intendo che già fu sul fatto e se ne chiarì benissimo, poi quella farà et commetterà secondo il suo parere.
Ho poi havuta una di vostra excellentia di X di questo, et insieme una direttiva alli Signori luchesi
Quella che va a’ luchesi per li homini medesimi di Vallico che ne sono stati portatori ho mandata a Lucca et ne aspetto risposta, io mandai ancho l’altra ch’io hebbi a’ dì passati et credo che quella che io ho mandata per l’homo da Camporeggiano sia la risposta.
Se li prefati Signori luchesi faranno il lor debito n’havrò piacere, quando ancho non lo facciano, non mancherà per me, poiché io so la intentione di vostra excellentia di portarmi con loro come essi si portaranno con noi se faranno represaglia di nostre robe o nostri homini farò altretanto a loro,
Circa alle novelle da Pisa poco si può intendere di verità perché vi è la peste, Io non lascio intrar qui persona che venga di là, né alcuno de’ nostri andare a quella via.
Noi semo stati in gran pericolo circa la peste: perché questi contadini fatto Pasqua hanno usanza di andare in gran quantità su quel di Roma e nele Maremme a guadagnare, et poi segati li grani tornano a casa et nel ritorno molti hanno seco il morbo,
io ho durato grandissima fatica, a far che non sieno ricettati ne le lor terre, ma confinati chi qua chi là, et provisto lor al bosco deli lor bisogni, pur non ho possuto proveder tanto che molti furtivamente non sieno andati alle moglie et alle lor case, et in una de le Terre Nove detta Roggio si è attaccata la peste siché sùbito ne son morti nove, provisioni grandi se gli sono fatte et fanno tuttavia, et spero che non si dilaterà più inanzi,
questi Maremani han fornito di venire, siché non habbiamo dubbio di peggio, sia come si voglia n’ho voluto dare aviso a vostra excellentia.
Circa a quanto vostra excellentia mi commette ch’io l’avisi di che genti io havrei bisogno per rasettare questo paese io n’ho già dato aviso a messer Zan Ziliolo, et forse esso havrà mandata la mia lettera a vostra excellentia, pur lo scriverò ancho a quella.
Qui non è alcuna terra ribelle che si bisogni brugiare o saccheggiare né alcuno capo di parte c’habbia séguito di 200 o di 300 homini siché per questo sia bisogno mandare exercito di qua.
Qui sono quelli del Costa che sono circa sei, li figlioli di Pelegrino dal Silico altretanti et qualche altro giottoncello che li séguita da Barga et da Somocologna, che senza l’aiuto de’ lombardi non ponno far gran squadra, et quando hanno havuti li lombardi con loro cioè quelli Pacchioni et alcuni dala Temporia, non sono arrivati a cento, ma spesso sono stati in trenta o in quaranta, io so che come s’intenda che messer Zoanne sia per passare o mandar gente di qua si leveranno, Né finché ci stia ci appariranno, ma non sì presto sarà partito che saranno qui:
né altra punitione si potrà dar loro, se non di mettere le mani adosso a’ loro padri fratelli et parenti et non li lasciare che non diano sicurtà che non torneranno li malfattori nel paese
A quelli che non hanno padre saccheggiare le case et poi arderle et spianare tagliar le viti et gli arbori et distruggere li lor luoghi ch’ogni modo non si potria trovar chi li comprasse, né haver se ne potria frutto per la Camera, et ancho saria forse bene di non haver rispetto in questo alli padri né alle mogliere, per dar lor punitione che contra tante prohibitioni di vostra excellentia han sempre dato lor recapito,
poi saria bene batter per terra tutti li campanilli o vero aprirli di sorte che non potessino dar ricorso alli deliquenti: et similiter le ròcche che vostra excellentia non vuol far guardare o saltem alcuna come quella di Dallo dove quelli del Costa signoreggiano:
A far tutte queste cose basteriano cento fanti, et ancho cinquanta;
li cavalli qui ponno far poco frutto pur questi pochi che ci habbiamo con li fanti saranno a sufficientia:
io mandai hieri questo capo di cavalli liggieri che sta qui cioè Antonio da Cento, a parlare a messer Giovanni Ziliolo per vedere se potesse havere fin a 20 fanti, per tornare secretamente di notte et provare se potesse havere in Cicerana questi banditi:
non so quello che sarà, pur dubito più del non che io spieri del sì, perché poi che sentono questa furia in Frignano stanno tuttavia su l’ale, m’era stato detto che volevano andare a trovare messer Giovanni et io lo haveva avisato: et si mossono et poi sono tornati indrieto.
Quelli del Costa intendo che sono passati in Lombardia a danno dele reliquie di Domenico di Amorotto, non so se vostra excellentia havesse modo di farli pigliare là, che saria una salutifera opera, impiccati che fossino X ribaldi di questo paese il saria tutto risanato.
Il barigello di Lucca hoggi è venuto a Gallicano con commissione da’ suoi Signori di far quanto io gli comandarò, et gli è accaduto venire in tempo che’l nostro Capitano di balestrieri non ci era
mi ha scritto et rescritto, et semo d’accordo che ad ogni mia richiesta tornerà, io lo havrei fatto aspettare, ma essendo scoperta la sua venuta tutti li tristi havran sgombrato.
io gli ho mandata una nota del nome di questi banditi, mostrano le lettere sue che ci viene di buono animo et così ancho le lettere che sopra ciò m’hanno scritto li signori luchesi:
altro non occorre a vostra excellentia mi raccomando.Castelnovi xv Iulij 1523.
Scheda di Chiara De Cesare | Ultima modifica: 22 giugno 2022
Permalink: https://epistulae.unil.ch/projects/ariosto/letters/101