Ariosto · Lettera n. 10
- Mittente
- Ariosto, Ludovico
- Destinatario
- Fantino, Benedetto; Orsi, Scipione
- Data
- [primavera 1511]
- Luogo di partenza
- Reggio Emilia
- Luogo di arrivo
- Parma
- Note alla data
- Primavera (Catalano 1931, vol. 1 p. 207)
- Lingua
- italiano
- Incipit
- A questi dì scrissi a Postumo per una mia cosa importantissima de che dovea parlare
- Explicit
- el quale credo che, potendo, vi compiacerà volontera, ma che non gli pare de poterlo.
- Regesto
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Ariosto non ha ricevuto risposta da Guido Postumo su una questione di primaria importanza e, nonostante la superbia dell'uomo, non crede che la sua sia stata un'omissione volontaria. La lettera prosegue con la richiesta della paga per l'anno 1509, che Ariosto non ha ancora ricevuto e di cui ha bisogno per pagare alcuni debiti. Deve inoltre provvedere a vestirsi e prega i suoi destinatari di parlare con Ippolito. Nelle ultime righe fa cenno a un anello in possesso di Galasso e a una risposta cifrata, diretta a un uomo che aveva cercato di prenderlo in giro.
- Testimoni
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Modena, Archivio di Stato di Modena, Archivio segreto estense, Archivio per materie, Letterati, 3, Ariosto, Ludovico, lettera n. 8, ins. 6
Originale, manoscritto autografo.Fogli sciolti, un foglio.Lettera firmata, firma autografa, indirizzo presente, segni di piegatura, segno di sigillo.
Note: è conservato anche il sigillo
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Modena, Archivio di Stato di Modena, Archivio segreto estense, Archivio per materie, Letterati, 3, Ariosto, Ludovico, lettera n. 8, ins. 6
- Edizioni
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- Bertoni 1919, 191 (riproduzione)
- Fatini 1950, 45-47 (prima trascrizione)
- Ariosto 1965, lettera n. 10
- Ariosto 1984b, lettera n. 10
- Bibliografia
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- Stella 1963 = Angelo Stella, Per una nuova edizione delle Lettere di L. Ariosto (con lettere e manoscritti inediti), in «Giornale Storico della Letteratura italiana», vol. 140, fasc. 432, 1963, pp. 566-601, 571
- Albonico 2022 = Simone Albonico, Ariosto, in Autografi dei letterati italiani. Il Cinquecento, tomo III, a cura di Matteo Motolese, Paolo Procaccioli, Emilio Russo, Roma, Salerno editrice, 2022, pp. 3-35, p. 17
Messer Benedetto mio honorando e Messer Scipione mio observandissimo.
A questi dì scrissi a Postumo per una mia cosa importantissima de che dovea parlare ma non ho hauto risposta, per questo ho pensato che non si ritrovi in Parma perché non potrei pensare che fusse stato verso me sì altero, quantunque non si degnasse mangiare alla nostra tavola mal apparecchiata, che non me havesse risposto.
Sì che pensando che egli non ci sia, darò fatica a voi, li quali ben volonteri harei servati a maggior bisogni, conoscendo la grande occupatione che haveti continuamente, ma habbiati me per excuso et pigliando qualche tempo, quel di voi che mi vol meglio o che ve ha più al commodo, prego che si degni parlare al Signore et fare intendere a sua Signoria ch'io mi ritrovo creditore de l'anno del nove dela maggior parte del salario de quel anno.
Et desiderando de esser pagato et considerando anchora che dimandare denari a Sua Signoria è importuno da questo tempo, La prego che faccia scrivere a Messer Theodosio che mi faccia dare tanta roba che mi paghi del mio resto.
È vero che venendo qui son stato satisfatto de l'avanzo del anno passato del dece, ma mi son trovato havere tanti debiti alle spalle che havendogli voluto satisfare, son rimaso senza un soldo.
Mi bisognaria pur far qualche cosa indosso ch'io fussi meglio in ordine per questa estate ch'io non son stato per il verno et senza questo mezo non ho il modo, et ritornare a Parma de novo col buricco de coro darei troppo a tutti vui che ridere.
Ma senza ridere io vi prego, o a qual par de vuj o amendua insieme, che vogliati parlare al Signore per via ch'io habbia il mio intento impetrata la gratia, sùbito in nome de Sua Signoria fatila conoscere a Messer Theodosio, ma guardati che non attaccaste il ricorso al muro et che tutta la casa sapesse prima quel c'haveste a fare.
Voi Messer Scipione summamente ringratio del officio che farete per me e sonvi obligatissimo.
S'io havessi trovato Galasso a Ferrara harei dimandato l'anello: ma molti dì prima se ne è ito.
Preterea perché io vorei soiar uno che voria soiar me rispondendomi voi a questa, gli poniati questa clausula idest ho parlato al Signore circa l'affittar quella decima Sua Signoria dice che vui siati con Messer Theodosio el quale credo che potendo vi compiacerà volontera, ma che non gli pare de poterlo.
Et in bona gratia de l'uno e de l'altro parimente mi racomando.
Scheda di Chiara De Cesare | Ultima modifica: 25 giugno 2022
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