Fortini · Lettera n. 685

Davico domanda a Fortini perché parla di «residui organici» e «età immonda». Crede che uno scrittore non abbia un prima o un dopo, ma scriva un “se stesso” sostanzialmente uguale, con “linguaggi diversi”. Il che rende tutto più denaturato e palpabile.
Davico ha ricevuto manoscritto e istruzioni per l'uso [cfr. Paolo Fossati a Fortini, 10 gennaio 1967, n. 693], e ha dato una «tiratina d'orecchi» a Ferrero.

Lettera siglata GDB.ap

• Torino, Archivio di Stato di Torino, Einaudi, Serie «Corrispondenza con collaboratori italiani», cartella 83, fascicolo 1263 («Fortini»), 759
  Copia, dattiloscritto.
  Fogli sciolti, mm 279 x 220, 1.
  Lettera firmata, firma autografa, indirizzo presente.