Ariosto · Lettera n. 156
- Mittente
- Ariosto, Ludovico
- Destinatario
- Alfonso I d'Este, duca di Ferrara
- Data
- 20 luglio 1524
- Luogo di partenza
- Castelnuovo di Garfagnana
- Luogo di arrivo
- Ferrara
- Lingua
- italiano
- Incipit
- Io non so quello che vostra excellentia havrà disposto
- Explicit
- e teneva in grandissima paura tutto Soraggio, e stuprava donne, e dava ferite e bastonate,et ogni dì n’havevo richiami
- Regesto
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Ariosto non sa che cosa abbia deciso Alfonso riguardo alla richiesta di fanti da parte degli abitanti della Garfagnana, ma ritiene che coloro che hanno chiesto aiuto al duca non vogliano in realtà essere ricompensati, ma aspettino un’occasione per servire qualcuno di maggiormente disposto a favorirli. Se però si sono armati da soli è stato solo per difendersi durante la guerra, e non per amore del duca. La parte italiana si è alleata con Acconcio contro Giovanni (delle Bande Nere), che aveva con sé i figli di Pier Maddalena, il Cornacchia e Olivo della parte francese. Anche se avessero depredato Castelnuovo, gli uomini di Giovanni delle Bande Nere non vi avrebbero trovato nulla, perché tutti avevano già portato via la propria roba. Pierino Magnano è stato d'aiuto durante la guerra, e per questo vuole ricevere la grazia per sé e per i propri seguaci, ma è già tornato a rubare e minacciare, come dimostra Ariosto attraverso esempi. Riferisce di furti e assalti, di imposizioni di pagamenti a preti e abitanti di tutta la Garfagnana. Scrive della paura diffusa fra i sudditi, della fuga del notaio Costantino e della corruzione del capitano. Ariosto vorrebbe far impiccare i banditi, ma non può farlo con l’aiuto dei suoi balestrieri (faziosi, oltre che pochi di numero), e quindi ha chiesto trenta fanti a Sestola e trenta a Reggio. Si rende conto di aver mutato opinione su alcuni personaggi noti al duca, ma non per incoerenza, bensì per la progressiva acquisizione di una conoscenza più approfondita della situazione. Si lamenta poi di Pierino che, avendo deciso di fermarsi a Camporgiano, ha arrecato danno alla rocca, già debole dopo la guerra: spera che i banditi possano essere confinati lontano dalla Garfagnana. Ariosto parla liberamente con il duca, ma non vuole che le persone di cui scrive lo sappiano, perché si rende conto di non essere sempre coerente. Ariosto crede che il capitano ferito si riprenderà e invia le sue dichiarazioni, in parte sicuramente mendaci, frutto di un interrogatorio. Invia inoltre le testimonianze contro un prete di Sorraggio, catturato per volere di papa Clemente, e ora morto dopo un mese di malattia. Benché Ariosto abbia provato a curarlo, non può rammaricarsi della sua morte, poiché faceva vivere la città nel terrore.
- Testimoni
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Modena, Archivio di Stato di Modena, Archivio segreto estense, Archivio per materie, Letterati, 3, Ariosto, Ludovico, lettera n. 49, Ins. 51, cc. 73-74
Originale, manoscritto autografo.Fogli sciolti.Lettera firmata, firma autografa, indirizzo presente, segni di piegatura.
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Modena, Archivio di Stato di Modena, Archivio segreto estense, Archivio per materie, Letterati, 3, Ariosto, Ludovico, lettera n. 49, Ins. 51, cc. 73-74
- Edizioni
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- Ariosto 1862, lettera n. 41, 104-108
- Ariosto 1887, lettera n. 142, 234
- Ariosto 1965
- Ariosto 1984b
- Bibliografia
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- Stella 1963 = Angelo Stella, Per una nuova edizione delle Lettere di L. Ariosto (con lettere e manoscritti inediti), in «Giornale Storico della Letteratura italiana», vol. 140, fasc. 432, 1963, pp. 566-601
- Nomi citati
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- banditi di Lucca, Firenze e Garfagnana
- Bigo da Imola
- Bogietto da Sommacolonia
- Castiglione, abitanti
- Clemente VII, papa
- Commissario di Sestola
- Filippi, Acconcio
- Garfagnana, abitanti
- Maddalena, Piero
- Magnano, Battistino
- Magnano, Pierino
- Medici, Giovanni de'
- Olivo da Ponteccio
- parte francese
- parte italiana
- Sacrati, Ettore
- Salacagnana, abitanti
- scoppiettieri
- Soraggio de li Bosi, Antonio
- Todeschino
Scheda di Chiara De Cesare | Ultima modifica: 24 giugno 2022
Permalink: https://epistulae.unil.ch/projects/ariosto/letters/156