Lettera n. 1
Originale, documento originale
Lettera firmata, firma autografa, segni di piegatura, correzioni
Entrambi i fogli sono aut. su recto e verso.
Manoscritto autografo
Gregoriano
Fortini ritiene che Ceresa abbia qualità di prim'ordine, e "messaggi speciali" da portare: li deve far resistere a un lavoro di estrema coscienza e cultura da «digerire», e rifiutare solo in extremis, prendendo la via più difficile. Fortini ripensa a se stesso, quando ancora cercava una paradossale speranza, quel «plen de vie» che Ceresa nella sua lettera sembra affermare, e che è, come la fedeltà, l'unico bene degli uomini. Pensa al suo ritorno in Italia, «tra quella gente terribile dove non c'è più un solo viso di futuro, – l'Italia, l'Italia – nostro purgatorio. Ma queste sono sole parole mie; e addio, cara Alice». In Italia, Ceresa chieda di lui a: pastore Vinay, chiesa valdese, Firenze; Facoltà di lettere, Università di Firenze; "Giubbe Rosse", Firenze; Casa editrice Parenti, Firenze; Guglielmo Paoletti, Como; Giacomo Ca' Zorzi, Noventa di Piave; Franchi, Borgo S. Jacopo, Firenze; Alberto Carocci, Firenze; Studio Legale Fortuna – Lattes, Firenze.
Questa lettera fa parte del progetto di Epistulae: Franco Fortini. Corrispondenza editoriale e altri carteggi.
Cara Alice, ti ringrazio molto della tua lettera e ti rispondo subito. […] ..., domani e in futuro, qui, in Italia o al Polo, notizie tue, e possibilità d'esserti comunque utile, mi saranno davvero cose gradite. | Franco