9 filze. Vd. Albonico 2022
Lettera n. 30, ins. 29, cc. 44-45
Originale, documento originale
Lettera firmata, firma autografa, indirizzo presente, segni di piegatura, segno di sigillo
Manoscritto autografo
Giuliano
Per ubbidire al duca, Ariosto cerca di placare le rappresaglie e le liti sui confini garfagnini. In un caso ha dovuto fare ricorso ai signori di Lucca per una controversia fra le Fabbriche e Gello, e scrive di non aver ricevuto indicazioni da Alfonso (che, al momento della prima richiesta di aiuto, era in viaggio). Scrive ancora del bestiame sottratto sul confine tra Vagli e Pietrasanta Seppure malvolentieri, adducendo molte motivazioni che avrebbero giustificato una sua scelta di non intraprendere il viaggio (la malafede del capitano di Pietrasanta, la lontananza del luogo, la via pericolosa), scrive di essersi messo in cammino verso il confine, ma di essere stato colto dal temporale più terribile degli ultimi dieci anni. Questo gli aveva impedito di presentarsi sul luogo dell’appuntamento, sebbene dall'altra parte del monte Pania della Croce non fosse scoppiato alcun temporale. Ariosto è però contento di non essere andato, avendo poi scoperto che il capitano era arrivato con duecento persone armate. Ha quindi provato a insistere per ottenere indietro il bestiame, inviando un messo, che però era tornato con la lettera. Cerca quindi di convincere il duca a intervenire, accennando ai numerosi svantaggi conseguenti a un'ipotetica presa fiorentina dei comuni sul confine. Si augura, in chiusura, di avere supporto, oppure che la questione venga affidata a Lucca o a Sarzana.
Questa lettera fa parte del progetto di Epistulae: Lettere di Ludovico Ariosto.
Molte diferentie di confine mi dànno grandissimo travaglio […] Pur vostra excellentia farà il suo parere